domenica 14 novembre 2021

Licantropi tra leggenda e realtà

 

Il licantropo, detto anche uomo lupo o lupo mannaro, è una delle creature mostruose della mitologia e del folclore poi divenute tipiche della letteratura dell’orrore e successivamente del cinema dell’orrore.
Secondo la leggenda, il lupo mannaro è un essere umano condannato da una maledizione (o secondo alcuni lo sono già dalla nascita) a trasformarsi in una bestia feroce ad ogni plenilunio: la forma di cui si racconta più spesso è quella del lupo, ma in determinate culture prevalgono l’orso, il bue (Erchitu) o il gatto selvatico (si veda in seguito). Nella narrativa e nella cinematografia dell’orrore sono stati aggiunti altri elementi che invece mancavano nella tradizione popolare, quali il fatto che lo si possa uccidere solo con un’arma d’argento, oppure che il licantropo trasmetta la propria condizione ad un altro essere umano dopo averlo morso. Alcuni credevano che uccidendo il lupo prima della prima trasformazione la maledizione venisse infranta.
È importante notare inoltre che lupo mannaro e licantropo non sempre sono sinonimi: infatti nelle leggende popolari il lupo mannaro è talvolta semplicemente un grosso lupo con abitudini antropofaghe, a cui può essere associata o no una natura mostruosa. Inoltre, nel caso del lupo mannaro come mutaforma, si può distinguere tra il lupo mannaro, che si trasforma contro la propria volontà, e il licantropo, che si può trasformare ogni volta che lo desidera e senza perdere la ragione (la componente umana).
Nella letteratura medica e psichiatrica con licantropia è stata descritta una sindrome isterica che avrebbe colpito le persone, facendo sì che assumessero atteggiamenti da lupo durante particolari condizioni (come le notti di luna piena). In modo analogo un licantropo era semplicemente una persona affetta da questo disturbo ed è con questo unico significato che la voce è riportata su alcuni importanti dizionari della lingua italiana. In tempi recenti, l’esistenza di tale disturbo è stata considerata rarissima o addirittura messa in discussione dalla psichiatria stessa.

La quarta veggente di Fatima



Pochi sanno che i ‘veggenti’ che dissero di vedere la madonna nel 1917 non erano [solo] tre, ma... 'quattro'.
Carolina Carreira, questo il nome della quarta veggente, è stata volutamente ignorata, poiché il resoconto delle prime apparizioni, da lei fornito, non collimava con le verità ufficiali che via via andavano emergendo. Quando alcuni ricercatori contemporanei l’hanno intervistata, da lei hanno sentito un racconto i cui particolari ricalcano stranamente le manifestazioni di carattere ufologico. Gli intervistatori sono rimasti sbalorditi quando, dopo aver chiesto a Carolina il perché non avesse mai raccontato prima la sua esperienza, si sono sentiti rispondere che semplicemente nessuno l’aveva mai cercata!
Qualunque verità sulle apparizioni di Fatima avvenute nel 1917, non è stata oggetto di indagine per 60 anni.
Le testimonianze originali sono rimaste rinchiuse per più di 6 decenni negli archivi segreti situati presso il Santuario di Fatima, ed i segreti celesti in essi contenuti, racchiudono ciò che la religione non può ammettere e ciò che la scienza non può spiegare. A complicare la situazione, c'è la presenza di un quarto testimone, una bambina di nome Carolina Carreira, la quale ha incontrato "un piccolo umanoide telepatico" nel momento in cui gli altri tre testimoni ebbero i loro incontri con l'essere che i credenti avrebbero deificato come la "Madonna di Fatima". Questo riassunto , mostra come la nostra moderna visione di Fatima non sia basata sugli eventi che si sono realmente verificati nel 1917, ma piuttosto, si basa su una "storia di copertina" inventata dalla Chiesa nel 1941.
Lo scopo di questo sforzo di propaganda è stato quello di nascondere la natura aliena dei contatti avvenuti a Fatima, facendoli passare per eventi "Mariani".