lunedì 4 novembre 2019

Il Concilio Namnetense







" Che gli alberi siano bruciati." Parola di papa.
Cosa si prova a stare davanti ad un gigante della Natura antico di migliaia di anni? Quale salutare messaggio di energia cosmica potrebbe portarci un albero, la cui vita ha avuto origine nei tempi remoti? Mille o diecimila anni sono un tempo lunghissimo eppure per alcuni alberi sono un tempo normale. Hanno la possibilità di vivere infinite stagioni accumulando saggezza, la loro essenza è incorruttibile, la loro presenza vitale. Così ragionavano i popoli antichi, i cui ritmi di vita erano in sintonia con la Natura. I boschi appartenevano per lo più alle divinità femminili, custodi della fertilità.
Plinio il vecchio, il naturalista romano, (morto nella distruzione di Pompei) nella sua opera Naturalis Historia, ci racconta della presenza di foreste incontaminate e dei grandi alberi che le abitano. Perché oggi non abbiamo più in tutta Europa un albero millenario? Cosa è successo?
Nel seicentocinquattotto, per ordine di Papa Vitaliano, viene convocato nella città di Nantes il primo di tanti concili, il suo nome è passato alla storia come concilio namnetense. Al tempo di questo evento, sono trascorsi quasi tre secoli dal terribile editto di Tessalonica, promulgato dall’imperatore Teodosio, il “cunctos populos” che così recita:
- Vogliamo che tutti i popoli che ci degniamo di tenere sotto il nostro dominio seguano la religione che san Pietro ha insegnato ai Romani, oggi professata dal Pontefice Damaso e da Pietro, vescovo di Alessandria, uomo di santità apostolica; cioè che, conformemente all'insegnamento apostolico e alla dottrina evangelica, si creda nell’unica divinità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo in tre persone uguali. Chi segue questa norma sarà chiamato cristiano cattolico, gli altri invece saranno considerati stolti eretici; alle loro riunioni non attribuiremo il nome di chiesa. Costoro saranno condannati anzitutto dal castigo divino, poi dalla nostra autorità, che ci viene dal Giudice Celeste.
DATO IN TESSALONICA NEL TERZO GIORNO DALLE CALENDE DI MARZO, NEL CONSOLATO QUINTO DI GRAZIANO AUGUSTO E PRIMO DI TEODOSIO AUGUSTO »
Il concilio a Nantes è riunito per discutere, come togliere di mezzo le ultime tracce di paganesimo che, nonostante le terribili persecuzioni, messe in atto dall’editto e perfezionate dai successivi decreti, dove: “ nulla deve essere fatto contro o senza l’autorità della chiesa romana “, continua ad essere vivo e come un piccolo lume, tra mille difficoltà e rischi, tiene accesi i principi della ragione insieme al rispetto per la Natura.
Viene emanato un ordine: - Si diano alle fiamme, in tutto l’impero, i boschi che i pagani considerano sacri, si vada a caccia degli alberi millenari, che siano arsi vivi. Gli alberi sono consacrati dai pagani ai demoni.
Dopo la sistematica e brutale distruzione dei templi, delle statue, delle biblioteche, si passa all’incendio dei boschi e alla eliminazione degli alberi, scelti tra i più longevi, alcuni hanno mille, duemila, persino novemila anni di età, sono i testimoni silenziosi di un tempo remoto, hanno nelle loro cellule vive la memoria di tutto ciò che è successo, per questo sono adorati. Come potrebbero non suscitare rispetto e venerazione?
Che dire? La violenza è sempre frutto dell’ignoranza e affinché non si ripeta bisogna opporre la conoscenza. E’ doveroso indagare la realtà.
Annamaria Beretta
P.S.: Non solo Gesù non è morto sulla croce ma sembra che Pietro a Roma non ci abbia mai messo piede. Non conosceva né il greco né il latino…

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