Lucia la bella

La storia che la vede una fata bellissima (fata non nel senso fiabesco del termine, ma in senso lato) è triste…perché si dice che lei fosse una bellissima ragazza che ogni giorno andava a preparare e cuocere il pane fin sul colle Prabanta, al confine tra il territorio di Pompu e quello di Morgongiori. Per recarvisi passava davanti ad una grotta del Monte Arci, dentro la quale viveva un fauno.


dipinto del fauno
E dagli oggi e dagli domani, questo fauno alla fine si innamora di lei ed un giorno cerca di approfittarsene. Lucia per difendersi afferra l’attizzatoio e glielo scaglia contro, uccidendolo. In quel momento tutto quanto faceva parte dello scenario divenne di pietra ed è così che oggi vi troviamo alcune piccole domus de janas ipogeiche scavate nella roccia, un menhir e alcune costruzioni riconducibili alla civiltà prenuragica e nuragica e che, nella leggenda, sono: l’attizzatoio è il menhir, che ha preso il nome di “su Fruccoi de Luxia Arrabiosa”, le domus de janas sono “sa Sala” e “su Forru”, poi ci sono “su Pei de su boi”, “sa Turra” e “sa Cullera” de Luxia Arrabiosa, ovvero la sala da pranzo, il forno, il piede del bue, il mestolo ed il cucchiaio di Lucia Arrabiosa. Lucia poverina invece impazzì.

Lucia la strega

Nelle vesti di strega era invece non solo brutta e cattiva, ma anche estremamente ricca e avara. Si dice infatti che vivesse in un nuraghe (che potrebbe essere il nuraghe S. Barbara, presso il Monte Manai nel territorio di Macomer) e che rifiutasse qualsiasi genere di aiuto alle genti bisognose che glielo venivano a chiedere. Aveva un fuso magico che custodiva le sue ricchezze di giorno, mentre lei dormiva. Perché Lucia passava la notte a filare al telaio.


immagine di luxia arrabiosa
Durante un inverno piuttosto freddo e dopo altri innumerevoli rifiuti di aiutare chi glielo chiedesse, due fratelli molto poveri andarono a rubare dall’orto di Luxia della legna da ardere. In quell’orto però c’era un grande melograno magico, che lasciò cadere un frutto sulla testa di uno dei fratelli, fracassandogliela, mentre l’altro riuscì a scappare. La fuga fu breve, perché il fuso magico di Luxia la avvisò di quel che stava accadendo e lei riuscì a fermare il ragazzo e ad ordinare al fuso di buttarlo nel forno. Accadde invece l’opposto, perché lui riuscì ad afferrarlo e a buttarlo nel forno, gettando la strega nella più atroce disperazione. Disperazione che la tramutò in una cicala che ancora oggi gira intorno al suo nuraghe.
Variante sardarese: si dice che chi va fin su alla collina del castello di Monreale allo scoccare della mezzanotte, sentirà il rumore ritmico e incessante del telaio di Luxia Arrabiosa. 

veduta del castello di monreale
castello di Monreale – Sardara