C ‘è un filo sottile che da sempre lega in forma privilegiata la donna alla Luna. Un filo fatto di mistero, magia e non solo. Un filo che alcune donne in particolare, durante il periodo inca, rafforzavano attraverso specifici rituali notturni di connessione. Erano le custodi delle energie lunari. Erano, le sacerdotesse della Luna.
Anche gli inca, come molti altri popoli ancestrali, praticavano il culto lunare. Nel Perù incaico, il culto alla Mama Quilla, alla Madre Luna, sebbene partecipato e rispettato da tutti, era speciale prerogativa delle donne. Ed una classe particolare di esse, le sacerdotesse della Luna, si dedicava a celebrare e tramandare nel tempo particolari rituali di connessione lunare.
Erano esperte curandere e donne molto sagge. Durante la cerimonia della Quillamama Raymi, camminavano silenziose nella notte, accendevano torce, bruciavano essenze profumate e suonavano sottili lamine d’argento per attirare l’attenzione della Luna, scrive Llerena Cano nel suo articolo. Indossavano lunghi vestiti grigi e mantelli dello stesso colore, in testa portavano un copricapo di lana bianca e indossavano orecchini d’argento che emettevano un suono metallico che avvisava gli uomini della loro presenza, perché a questi ultimi era proibito guardarle. Grazie a questa capacità di connessione con la Luna, aggiunge lo studioso, le sacerdotesse, con i loro oracoli, erano in grado di annunciare eventi futuri.
Ancora oggi, in Perù, è possibile visitare il tempio lunare di Quillarumiyoc (Pietra della Luna). Un luogo sacro poco conosciuto, fortunatamente salvatosi dalla furia distruttiva che i colonizzatori spagnoli riversarono contro tutto ciò che considerarono idolatrico. In luoghi come quello di Quillarumiyoc, durante appositi riti lunari, scrive infine Llerena Cano, la donna riceveva dalla Luna i segreti della magia, la bellezza, l’incanto, la forza dell’invisibile, la conoscenza dei cicli e delle fasi di fertilità e la saggezza femminile.
Da un articolo del professor Guillermo Llerena
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