venerdì 5 aprile 2019
I cipressi
I cipressi sono considerati alberi perlopiù cimiteriali, tranne in Toscana, sul Lago di Garda e nel Veronese, dove adornano con la loro severa eleganza i poggi e i viali che conducono a ville e a fattorie.
Anticamente, e ancora oggi in Oriente, questo albero evocava soprattutto il simbolo della fertilità per il suo aspetto vagamente fallico, tant'è vero che i Romani ponevano a guardia dei loro campi, giardini e vigne priapi dagli enormi attributi, intagliati in questo legno; in occasione delle nozze gli sposi ricevevano in dono, insieme ad altri alberi, dei cipressi.
Nelle novelle meridionali simboleggiava l'amante, forse per la sua forma fallica, mentre la donna era evocata dalla rosa.
Era anche l'immagine vegetale dell'immortalità a causa delle foglie sempreverdi e del legno considerato incorruttibile: in esso si erano intagliati la freccia di Eros, lo scettro di Zeus e la mazza di Ercole. Anche l'arca di Noè era costruita con legno di cipresso.
I Persiani vi coglievano il simbolo vegetale del fuoco per la sua forma evocatrice della fiamma e sostenevano che fosse il primo albero del Paradiso.
A queste caratteristiche simboliche corrispondono quelle medicinali grazie alle foglie e ai frutti che contengono, oltre a un elevato tasso di tannino, un olio essenziale molto aromatico con il quale i Romani preparavano profumi. Per il complesso dei suoi costituenti ha soprattutto un'azione vasocostrittrice e protettiva dei capillari. La tintura di cipresso, utilizzabile in infuso o decotto, è indicata per curare flebiti, varici, emorroidi, mentre l'essenza dei rami è antisettica e spasmolitica, utile come sedativo della tosse.
La fama funeraria del cipresso è nata invece dai poeti greci e latini che cominciarono a considerarlo albero dei defunti. Virgilio lo considerava cupo e funebre, non diversamente da chi sosteneva che l'anima del defunto giungesse nelle sembianze di un cipresso a Plutone, un altro nome del dio degli Inferi a cui l'albero venne consacrato.
Il cipresso era sacro anche ad Astarte, variante fenicia della dea madre Ishtar.
Generalmente associato al lutto, dunque, veniva piantato accanto alle tombe; i suoi rami indicavano il cordoglio che aveva colpito la famiglia. Per la sua verticalità assoluta, il cipresso indica l'anima che si avvia verso il regno celeste. E' divenuto dunque simbolo del raccoglimento, della meditazione e della chiusura nel proprio dolore per i cari scomparsi. Tuttavia, come abbiamo visto, l'uso che si fa di questo albero è anche ornamentale; abbellisce viali, campi, strade e giardini.
L'interno della chioma dei cipressi ospita animali di ogni sorta, rappresentando così un vero e proprio piccolo mondo a se stante colmo di meraviglia. Tra i suoi rami, infatti, trovano rifugio lucertole, ghiri, scoiattoli e persino rapaci notturni come la civetta, che qui si riposano nelle ore diurne.
Il profumo che emana lo rende simbolo di salute e ricorda i fumi dell'incenso che salgono verso il cielo.
Il cipresso ha radici molto profonde, spesso lunghe quanto l'albero stesso, motivo per cui nelle religioni pagane era considerata una delle piante più a contatto con le regioni sotterranee e i mondi inferiori.
Per tutte queste caratteristiche, il cipresso suscita rispetto, invita alla riflessione ed è simbolo di vita, morte, preghiera, meditazione, immortalità, offerta, solitudine.
Usi rituali:
Gli antichi minoici adoravano il cipresso come divinità e diffusero il culto da Creta fino a Cipro. In Egitto era il legno utilizzato per i sarcofagi, poiché è immarcescibile.
Il cipresso viene in aiuto nei momenti di crisi, specialmente quando muore un amico o un parente. Se portato indosso durante il funerale, tranquillizza la mente e l'animo.
E' una pianta protettiva, soprattutto quando piantata vicino casa. I rami vengono utilizzati quando c'è necessità di protezione o di benedizione.
Poiché il cipresso è simbolo dell'immortalità e dell'eternità, si dice che portare con sè un pezzetto del suo legno allunghi la vita.
L'olio essenziale delle "noci" del cipresso aiuta nella meditazione.
Una collana ottenuta da 7 noci di cipresso su un cordino rosso protegge la casa da problemi e lutti.
Bruciare pezzetti di foglie di cipresso su carboncino aumenta la concentrazione e può essere un valido aiuto per lo studio e per la meditazione.
Fonti:
- Florario, Alfredo Cattabiani
- Enciclopedia delle Piante Magiche, Scott Cunnigham
- Lo spirito degli alberi, Fred Hageneder
- Il grande libro delle piante magiche, Laura Rangoni
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