sabato 21 maggio 2022

Crono e Filira

 


Un mito greco racconta che la ninfa Filira, figlia di Oceano, viveva nell’isola del Ponto Eusino che porta il suo nome. Un giorno Crono si unì a lei ma, sorpreso dalla moglie Rea, si trasformò in uno stallone e si allontanò al galoppo. Dall’unione fra Crono e Filira nacque Chirone, una strana creatura, mezzo uomo e mezzo cavallo. Filira provò un tale dispiacere per il figlio mostruoso che chiese al padre Oceano di trasformarla in un albero: il Tiglio, che infatti in greco porta il nome della ninfa. Chirone divenne un celebre guaritore, anche grazie al potere ereditato dalla madre, albero dalle numerose virtù medicinali.

lunedì 16 maggio 2022

FESTIVITA’ CELTICHE E CALCOLO DEL TEMPO



Il tempo era scandito secondo atavici rituali e regolato sulla base delle fasi del sole e di quelle della luna, che i Celti consideravano patrona della fecondità della terra e delle donne. L’anno era così contraddistinto a mezzo di due tipi di croci, che simboleggiavano i cicli solari e lunari; mentre il ciclo solare era associato ad una croce a bracci ortogonali, quello lunare era rappresentato dalla croce di S. Andrea. Le festività solari erano legate allo scorrere delle stagioni (solstizio d’inverno, equinozio di primavera, solstizio d’estate, equinozio d’autunno), quelle lunari erano collegate al mondo bucolico e pastorale. Ed è qui che si compie il meglio della tradizione celtica. L’anno celtico era diviso in due metà, quella invernale e quella estiva, ciascuna delle quali era caratterizzata da due festività principali, le antiche Sahmain (che cadeva tra 31 ottobre e 1° novembre) e Beltaine (30 aprile/1° maggio), che erano le più importanti anche perché, oltre che scandire la divisione dell’anno in due parti, segnavano la divisione tra la metà oscura e quella luminosa (inverno ed estate). Le festività legate ai cicli della natura e delle sue stagioni erano Sahmain, Imbolc, Beltaine e Luchnasadh, tutte celebrate a partire dal tramonto del sole poiché i Celti ritenevano che il giorno iniziasse al tramonto del sole. Il Sahmain, conosciuto anche come Capodanno Celtico, segnava l’inizio dell’anno nel calendario celtico e il tempo della fine dell’estate, quello della semina e quello in cui cominciava la metà oscura dell’anno. Si tramanda che a Sahmain si aprissero le porte di collegamento tra il mondo terreno e l’Altromondo, l’aldilà fatato in cui risiedevano i defunti. Era proprio durante la notte del Sahmain che le barriere cadevano e vivi e morti potevano passare dall’uno all’altro dei regni. Imbolc, che per tradizione si celebra tra 31 gennaio e 1° febbraio, segnava l’arrivo della primavera. Detta anche “festa del latte”, poiché la celebrazione coincideva con il primo fiorire del latte, questa festività segnava il ritorno della fertilità, il rifiorire della vita sulla terra e, quindi, la necessità di avviare un nuovo ciclo di attività. Beltaine, tra 30 aprile e 1° maggio, scandiva il tempo della fine dell’inverno e l’inizio della metà luminosa dell’anno; durante il Beltaine, festività dedicata ai riti di fertilità, venivano spenti tutti i fuochi dentro le case, fuochi che venivano riaccesi grazie alla fiamma del grande falò rituale che era preparato per l’occasione. Il Lughnasad, infine, si celebrava tra il 31 luglio e il 1° agosto ed era l’ultima grande festività a chiudere il ciclo del calendario celtico. Festa di ringraziamento per il raccolto, il Lughnasad era chiamato anche “festa del grano” perché questo era il periodo di raccolta dei cereali per i Paesi celtici del nord Europa.

Sati, il crudele rogo delle vedove indiane bruciate vive



Bruciate vive sulla pira funebre del proprio marito appena deceduto. Sono le donne indiane che preferiscono morire, piuttosto che condurre una vita da vedove in India.
Questo è il sati, un’usanza nata nel Medioevo e dichiarata illegale nel lontano 1829, ma che ancora oggi viene praticata in alcuni piccoli villaggi asiatici.
E il perché una donna rimasta vedova, preferisca suicidarsi sulla pira del marito, è molto semplice.
Le comunità indiane legano il sati a una questione di devozione sconfinata per il proprio uomo, in realtà dentro le mura domestiche, si celano storie di violenza e vittimismo.
La donna viene considerata una proprietà, non ha potere decisionale, né diritto di parola né in casa e né fuori. La morte del marito però paradossalmente rappresenta una condizione ancora peggiore, quella in cui ella verrà estromessa dalla società, ostracizzata, isolata e considerata addirittura responsabile della morte del marito.
Sono le famiglie stesse a “consigliare” alle vedove di suicidarsi e le poche che decidono di non farlo, sono additate come portatrici di sventura perché hanno osato ribellarsi a un sistema patriarcale. Di certo, non possono continuare a vivere nel villaggio. La maggior parte, viene ghettizzata a Vrindavan dove le donne sono costrette ad indossare abiti bianchi in segno di lutto, a rasarsi la testa e a rimanere caste per tutta la loro esistenza.
Ecco perché a un inferno quotidiano, incorniciato da pregiudizi e stereotipi, le vedove preferiscono buttarsi vive nel fuoco. Dietro al loro gesto si nascondono storie di disperazione, di libertà negata, di dignità violata.
Immolarsi nel sati sancisce che in India la donna, senza un uomo, non vale nulla, allora meglio morire che essere un fantasma.
Il sati fa da contorno a storie già più volte raccontato, ovvero di femminicidi, vergogna per la nascita di figlie femmine, matrimoni di spose bambine con adulti.
Con tutto il sostegno della famiglia, la vedova decide “volontariamente” di suicidarsi per raggiungere il marito. Inizia quindi un controllo preliminare, perché chi è incinta o ha le mestruazioni, viene considerata impura e quindi non può essere bruciata viva.
Durante il sati gli uomini rendono omaggio al sacrificio. La vedova vestita con il sari di matrimonio pronuncia un rituale e si getta nel fuoco della pira funebre mentre attorno si marcia per ore assistendo alla lenta agonia del corpo in fiamme.
La donna ha il potere di lanciare maledizioni, può dar fuoco lei stessa alla pira oppure lo fa un fratello minore. I tamburi coprono le urla anche se secondo la tradizione, una sati non soffre nell’essere bruciata viva perché gettandosi nel fuoco si trasforma in una dea potente.
Capita (raramente) che le famiglie non siano d’accordo e gettino sul corpo acqua tinta con l’indago che è blu, il colore dei paria, ovvero degli intoccabili e quindi non sia più pura.
Se per questo motivo o per la pioggia il rito si interrompe, la vedova diventa una sati vivente e solo in quel caso, viene venerata dalla comunità.
Un rituale atroce e clandestino che trasforma la donna schiava in vita, in un’eroina da morta che si è sacrificata per stare vicina al proprio marito.

Il villaggio dell’apocalisse in Messico


Tra i tanti effetti della “profezia dei Maya” ce ne è anche uno che sta incuriosendo tutto il mondo ed ha un’origine italiana: il villaggio dell’apocalisse.

Vivono blindati in una fortezza in un’antica località Maya dello Yucatan in attesa dell’Apocalisse.
Si tratta di 38 famiglie di persone facoltose italiane che sono entrate in un’associazione, “Quinta Essencia”, dalle forti connotazioni esoteriche. Sarebbe più corretto parlare di una setta, ma essendo illegali le sette religiose non ufficializzate in Messico, si autodefiniscono così.
L’associazione ha dato nome di Las Águilas al suo villaggio e ribattezzato dai media la nuova Arca di Noè, visto che sembrerebbe essere stata costruita per “resistere ai disastri naturali che dovrà affrontare il pianeta l’anno prossimo”.
La cittadina fortificata situata su un’area di 800 ettari in una zona chiamata Xul, tra Merida e Campeche, nel sud dello Yucatan, che, secondo gli antichi Maya, significa “la fine, finale, muore, limitare o alla fine”, per ciò molti ritengono che la struttura sia stata realizzata proprio per fronteggiare la fine del mondo.
L’insediamento è stato costruito in un ex ranch di bestiame a 7 km dalla città di abitata da 1.500 persone, lungo la strada per Yaxachén, nel comune di Oxkutzcab.
Tunnel e rifugi sotterranei con porte antipanico, negozi di alimentari, generatori di energia solare, un laboratorio e aree di coltivazione, oltre a villette con 20 camere ciascuna e muri spessi 60 centimetri. Ci sono voluti circa due anni per costruire il complesso che ha dato lavoro a molti dei 500 abitanti della vicina Xul. Sorpresi dalla stranezza delle costruzioni e dalla riservatezza dei proprietari della struttura, tanti hanno richiesto l’intervento delle autorità locali per una verifica sulla regolarità dell’operazione.
Ufficialmente, Quinta Essencia dovrebbe essere una comunità volta a ‘preservare l’equilibrio ecologico’ o a creare un resort molto esclusivo e elitario.
Invero, il villaggio è inespugnabile, un luogo nel quale nessuno (eccetto i membri della comunità) può accedere.
Così, vari sopralluoghi aerei (l’unico modo per vedere qualcosa) hanno evidenziato diverse strade che legano le villette fra di loro, un lago artificiale e una statua della dea greca Atena, che si trova proprio al centro del complesso circondato da arbusti e alberi rari, in via di estinzione.
MA COME E’ NATO IL PROGETTO?
La leggenda vuole che, una donna, un giorno, sognò un “essere di luce” che la invitava a costruire un luogo nuovo, vicino ad un piccolo villaggio dello Yucatan chiamato Xul, sulle colline, dentro la foresta, in un punto vicino a Kiuic, un antico insediamento Maya. Questa è la storia raccontata dalle persone che circondano il progetto.
LE TESTIMONIANZE
Secondo la gente del posto, le case degli italiani sarebbero in grado di sopportare anche i terremoti in quanto edificate con doppia parete, il che le fa apparire come una fortezza. Il nucleo centrale, inoltre, ha dimensioni più grandi.
L’architetto del progetto, Karina Pérez Valle, ha detto che nessuno è autorizzato ad entrare nel villaggio.
“Gli italiani non stanno pensando che ci sarà la fine del mondo, solo che ci saranno molti disastri naturali, temperature elevate, tra i 45 e i 50 gradi centigradi, inondazioni come quelle recentemente occorse a Nuevo León, motivo per cui stanno creando il loro spazio dove vivere e proteggersi”, Karina ha dichiarato ai giornali.
L’architetto ha aggiunto che uno psicologo ed un ricercatore di origine italiana sono i responsabili del progetto, ma che, attualmente, si trovano a Veracruz in “totale meditazione” per un po’ per poi tornare nella nuova casa nei prossimi mesi.
CONCLUSIONI
Il villaggio dell’Apocalisse è una realtà oscura che, sicuramente, racchiude aspetti esoterici ma, molti sostengono anche che ci possa essere la collusione di importanti politici italiani, il che potrebbe suggerire interprestazioni molto diverse ai fatti.

Gli Gnomi


 Quando noi umani pensiamo agli Gnomi inevitabilmente ci viene in mente l’immagine di un piccolo uomo vestito un po’ all’antica con una lunga barba ed un cappello rosso in testa. Questo stereotipo non è del tutto erroneo, ma sicuramente non rende giustizia alle diverse peculiarità che caratterizzano le razze gnomiche. Allora, chi sono gli Gnomi?

Ma chi sono gli Gnomi? Se vogliamo studiare seriamente questo affascinante popolo, la cosa migliore da fare è capire le differenze che li contraddistinguono. Prima di iniziare però, è meglio far luce su alcune caratteristiche di base. Gli Gnomi si distinguono in due sessi, quello maschile e quello femminile. Uno Gnomo maschio, senza problemi di salute, arriva a vivere, mediamente, fino ai 900-950 anni. Gli Gnomi femmina, invece, sono più longeve: ci sono infatti attendibili testimonianza di Gnomi femmina che hanno superato i mille anni di età.
Uno Gnomo maschio raggiunge la maturità intorno ai 300 anni: questo è il sospirato momento in cui la barba, cresciuta intorno agli 80 anni, gli diventa grigia.
La barba è un elemento fondamentale per ogni gnomo maschio: è simbolo di maturità e affidabilità. Uno gnomo non riesce infatti a concepire se stesso senza la barba: quando questo Piccolo Popolo ha scoperto tra le usanze dell’uomo moderno quella di radersi quotidianamente la barba, si è diffuso tra i maschi un senso di indignazione, che ben presto si è trasformato in ilarità… “Ma come può essere affidabile uno che si rade?” Questa è la frase più ricorrente tra gli gnomi quando si parla degli umani maschi.

sabato 7 maggio 2022

Il rito di Beltane (il Maggio della tradizione contadina)




Il rito di Beltane (il Maggio della tradizione contadina) è la festa più importante dopo Samonios, poiché determina l’inizio della metà luminosa dell’anno, dedicata al Dio maschile: è il trionfo dell’amore sessuale, della fecondità, della luce e del conscio.

Tutta la natura è ormai in fiore, impegnata nella fecondazione e nella proliferazione. Il rito, che prevede l’accensione di uno o più falò, è incentrato ovviamente intorno al potere trasformante del fuoco e ruota intorno alla figura mitica della Fanciulla dei Fiori. Ella accoglie il Maponos, il Fanciullo Divino incarnazione della giovane virilità maschile che con Lei si accoppia per assicurare abbondanza materiale e spirituale alla tribù (lui) insieme alla Terra (lei). Si rinnova il matrimonio sacro. Altri temi collegati sono la sconfitta del Gigante Biancospino, rappresentante le forze caotiche e distruttive della natura, e il potere di guarigione del fuoco (maschile) nell’acqua (femminile).

Fantasmi e ultrasuoni

Una nuova teoria sostiene che i fantasmi, gli spiriti che infestano edifici e terrorizzano centinaia di persone non siano altro che illusioni ottiche prodotte dagli ultrasuoni sui nostri occhi e la paura che ne consegue sia, a sua volta, un effetto dei suoni che il nostro udito non riesce a percepire.
Gli infrasuoni sono onde o vibrazioni con una frequenza di sotto la soglia di udibilità dell’orecchio umano (20 Hz a 22 kHz).
Benchè noi non siamo in grado di sentirli, usiamo gli ultrasuoni per alcune terapie mediche ma è stato dimostrato che, in alcune persone, sono in grado di generare una serie di effetti, inclusa l’ansia, forte dolore nonchè i brividi di paura.
“Gli infrasuoni forti, nella gamma da 0,5 a 10 Hz, sono sufficienti per attivare il sistema vestibolare, ossia di influire sull’equilibrio, nell’orecchio interno.”
L’Infrasuoni Aka Soundless Musick è stato un esperimento psicologico, sotto forma di un concerto molto insolito in quanto alcune delle musiche date da ascoltare ai partecipanti erano accompagnate da infrasuoni (con frequenza inferiore a 20Hz).
Fino a poco tempo fa, si pensava che gli infrasuoni non avessero nessun tipo di effetto sugli esseri umani, ma durante il “concerto” i ricercatori hanno notato che i presenti, durante i brani accompagnati da infrasuoni mostravano evidenti segni di nervosismo, ansia e paura.
Di qui l’idea che possa essere qui il segreto del motivo che spinge la gente a vedere i fantasmi.
L’ipotesi è, dunque, la seguente: quando qualcuno si trova in una vecchia casa che, muovendosi lentamente, genera delle vibrazioni a bassa frequenza (infrasuoni), inizia ad avere paura e, quindi, il suo cervello crea fantasmi di ombre per giustificare la paura stessa.
“Alcuni scienziati hanno suggerito che questi tipi di suoni possono essere presenti in alcuni siti presumibilmente infestati dai fantasmi e quindi indurre la gente ad avere strane sensazioni che essi attribuiscono a un fantasma. I nostri risultati supportano queste idee”, spiega Richard Wiseman, psicologo presso l’Università di Hertfordshire, nel sud dell’Inghilterra.
Nel primo esperimento sugli infrasuoni, Wiseman ed il collega Lord hanno fatto ascoltare quattro opere di musica contemporanea dal vivo in una sala da concerti di Londra. Alcuni brani erano accompagnati da infrasuoni. Poi hanno chiesto al pubblico di descrivere le loro reazioni alla musica.
Il pubblico non sapeva in quali brani ci fossero anche infrasuoni, ma il 22 per cento ha riferito di avere compiuto esperienze più insolite, quando c’era anche la base musicale di infrasuoni.
Tra le loro esperienze insolite c’erano sensazioni di disagio o tristezza, brividi lungo la schiena e sentimenti di repulsione nervosa o paura.
“Questi risultati suggeriscono che i suoni a bassa frequenza possono indurre la gente a fare esperienze insolite, anche se non sono in grado di rilevare coscientemente infrasuoni”, commenta Wiseman.
Nel 1998, Vic Tandy, dell’Università di Coventry, e Tony Lawrence del dipartimento di psicologia hanno scritto articolo intitolato “Ghosts in the Machine” per la rivista della Società per la Ricerca Psichica.
Nel saggio hanno citato gli infrasuoni come la causa delle apparizioni viste in un cosiddetto laboratorio infestato di fantasmi a Warwick.
Diversi anni prima, Tandy stava lavorando proprio nel laboratorio “infestato” Warwick quando vide una forma grigia venirgli incontro.
“Mi si sono rizzati i capelli dalla paura”, racconta. “Quella cosa, quell’ombra sembrava essere tra me e la porta, così l’unica cosa che potevo fare era girarmi e affrontarla. Ma poi è scomparsa”.
L’apparizione si è ripresentata, in forma diversa, il giorno dopo, mentre Tandy stava utilizzando il suo fioretto.
“Ho appoggiato il fioretto sul banco di lavoro con il manico bloccato da una morsa, ma la lama ha iniziato vibrare in modo molto evidente”.
Quindi Tandy si è domandato perché la lama vibrasse solo in quel punto della stanza e non altrove.
Ha cercato la risposta ed ha scoperto che una cappa aspirante produceva infrasuoni.
“Quando l’abbiamo finalmente spenta, era come se mi fosse stato tolto un peso enorme. Il che mi ha fatto pensare che una delle applicazioni di questa ricerca in corso potrebbe essere anche di trovare un legame tra gli infrasuoni e le varie sensazioni negative o patologie collegate agli spazi nei quali viviamo, e, quindi contribuire alla cura della sick-building syndrome.”
Quando Tandy ha misurato il livello di infrasuoni nel laboratorio, ha trovato che a 18,98 hertz l’occhio umano inizia ad avere una risonanza.
Quindi ha concluso che le onde sonore hanno fatto risuonare i suoi occhi i quali, a loro volta, hanno prodotto un’illusione ottica dandogli l’impressione di vedere una figura inesistente, un fantasma.
Gli infrasuoni sono particolarmente pericolosi, a causa delle forti vibrazioni o oscillazioni che generano. Le onde di infrasuoni coprono lunghe distanze senza perdere forza e sono inarrestabili. E possono produrre effetti anche molto negativi nel corpo umano. Anche l’esposizione a lievi infrasuoni richiede parecchie ore o anche giorni, per invertire i sintomi.
Nella nostra quotidianità ci possono essere infrasuoni naturali ed artificiali, ma manifestazioni estreme ed il loro contatto con gli esseri umani non sono frequenti.
Molti fenomeni, nel mondo che ci circonda, possono essere spiegati dalla scienza e molti restano ancora incomprensibili e generano superstizioni, leggende metropolitane, fobie.
A noi credere che i fantasmi esistano davvero, che si tratti semplicemnte di illusioni ottiche conseguenti agli infrasuoni, che ci sia una parte di verità in entrambe le versioni, o che le spiegazioni siano altre ancora!
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