venerdì 29 marzo 2019
Cassiopea
Le disgrazie di Andromeda cominciarono il giorno in cui sua madre sostenne di essere più bella delle Nereidi, un gruppo di ninfe marine particolarmente seducenti. Queste, offese, decisero che la vanità di Cassiopea aveva decisamente superato i limiti e chiesero a Poseidone, il dio del mare, di darle una lezione. Per punizione, Poseidone mandò un mostro terribile (Cetus) a razziare le coste del territorio del re Cefeo. Sbigottito per le devastazioni, con i sudditi che reclamavano una sua reazione, l’assediato Cefeo si rivolse all’Oracolo di Ammone per trovare una via d’uscita. Gli fu detto che per quietare il mostro doveva sacrificare la sua figlia vergine: Andromeda.
La giovane fu incatenata a una costa rocciosa per espiare le colpe della madre, che dalla riva guardava in preda al rimorso. Mentre Andromeda se ne stava incatenata alla rupe battuta dalle onde, pallida di terrore e in lacrime per la fine imminente, l’eroe Perseo, fresco dell’impresa della decapitazione di Medusa, capitò da quelle parti cavalcando il maestoso cavallo alato Pegaso; il suo cuore fu rapito alla vista di quella fragile bellezza in preda all’angoscia.
Perseo in un primo momento scambiò Andromeda per una statua di marmo. Ma il vento che le scompigliava i capelli e le calde lacrime che le scorrevano sulle guance gli rivelarono la sua natura umana.
Perseo le chiese come si chiamava e perché era incatenata lì. Andromeda, completamente diversa dalla sua vanitosa madre, in un primo momento, per timidezza, neanche gli rispose; anche se l’attendeva una morte orribile fra le fauci bavose del mostro, avrebbe preferito, per modestia, nascondere il viso tra le mani se non le avesse avute incatenate a quella roccia.
Perseo, da vecchio marpione continuò a interrogarla. Alla fine, per timore che il suo silenzio potesse essere interpretato come ammissione di colpevolezza, gli raccontò la sua storia, che interruppe improvvisamente, lanciando un urlo di terrore alla vista del mostro che, avanzando fra le onde, muoveva verso di lei. Un attimo di pausa, per chiedere ai genitori di Andromeda di concedergli la mano della fanciulla, e Perseo si lanciò contro il mostro, lo uccise mostrandogli il viso della Gorgone che portava con sé in un sacco di juta, liberò l’estasiata Andromeda fra gli applausi degli astanti e la fece sua sposa.
Più tardi Andromeda gli diede sei figli, compreso Perse, progenitore dei Persiani, e Gorgofone, madre di Tindaro e Icario, entrambi re di Sparta.
Gli antichi identificarono questo mito con degli insiemi di stelle che nella volta celeste sembravano raffigurarne i personaggi, e la stessa costellazione di Cassiopea, facilmente identificabile per la forma a W delle sue cinque stelle maggiormente splendenti, è associata a quella di una donna seduta; inoltre, Cassiopea e Cefeo sono gli unici coniugi a cui siano state dedicate due costellazioni.
Perseo invece è raffigurato come un guerriero che nella mano destra brandisce una spada e nella sinistra in Puglia la testa della Gorgone infatti il nome della stella che simboleggia la testa mozzata di medusa si chiama. Al Gor.
Nella volta celeste troviamo anche Andromeda che viene raffigurata come una ragazza incatenata alle rocce e Cetus che sarebbe l'orribile mostro mandato da Poseidone per razziare le coste del Regno di Cefeo.
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