mercoledì 4 settembre 2019

La sibilla cumana


L’antro della sibilla cumana è un luogo dove il mistero è palpabile, anche se sono passati più di duemila anni. Un mistero fatto di sussurri, intrighi, mezze verità che gli scienziati di mezzo mondo tentano di risolvere da centinaia di anni senza alcun successo. Scopriamo qualcosa in più sul mistero della sibilla cumana e sul luogo che la ospita, Cuma.
La storia di Cuma (Napoli) è legata a doppio filo – di quelli proprio che i nodi non si sciolgono mai – alla leggenda della Sibilla Cumana.

Cuma era una città della Magna Grecia fondata nei primi del 700 a.C. dove la Sibilla aveva stabilito il suo dominio. Famosa per le sue profezie scritte su foglie di palma ed affidate alla brezza del mare che spira su questo luogo, la sibilla ha dato tremori a generali in battaglia ed ansia ai piccoli contadini del luogo. Una figura che ha generato un indotto turistico fin dalla pacifica invasione greca, fatta di cultura e di tradizioni, fino ai giorni nostri dove la magia ed il mistero della Sibilla Cumana attira ancora i più coraggiosi.

Le migrazioni che dalla Grecia portavano gli elleni nelle terre del Sud Italia, furono precedute da una visita dell’ecista, condottiero scelto da un gruppo di cittadini per essere guidati alla conquista delle nuove terre. Quello di Cuma – narra la leggenda – consultò l’oracolo di Delfi in persona per trovare il sito da utilizzare per fondare la nuova colonia greca.

Cuma si trova tra Bacoli e Pozzuoli, vicino al lago d’Averno, la bocca dell’inferno secondo Dante. La città era protetta da un promontorio che calava a mare e dalle paludi che oggi sono il lago Fusaro e i suoi acquitrini. Di fronte a Pitecusa (Ischia) e di fianco a Dikaiarchea (Pozzuoli), Cuma era una cittadina florida governata da una piccola democrazia ed aveva in dotazione un altrettanto ridotto esercito, ma ben addestrato stando alle cronache locali.

Nessun commento:

Posta un commento