sabato 7 settembre 2019
Il Malleus Maleficarum
Fra il 1227 e il 1235 una serie di decreti papali instaurò l’Inquisizione con lo scopo di reprimere le azioni malvagie di streghe ed eretici. La bolla "Ad extirpanda" del 1252 di Papa Innocenzo IV autorizzò l’uso della tortura per estorcere confessioni di stregoneria da parte delle persone "ragionevolmente sospettate".
Dal 1257 al 1816 l’Inquisizione torturò e uccise molte migliaia di persone (si pensa milioni) innocenti accusate di eresia contro i dogmi religiosi e giudicate in base a confessioni estorte col terrore della tortura. Se confessavano erano dichiarate colpevoli, se invece non lo facevano erano considerate eretiche e passavano giorni atroci di continue torture finchè morivano o rimanevano invalide a vita. Spesso poi quelle che resistevano anche alla tortura venivano arse lo stesso sul rogo con un'altra accusa, solitamente di stregoneria. Era praticamente impossibile sfuggire alla propria sorte.
Si stima che nei tre secoli più attivi, dalla metà ‘400 al '700, furono sterminati 9 milioni di innocenti, e la cosa peggiore è per l’80% si trattava di donne e bambine. I loro beni venivano confiscati al momento dell’accusa e l’intera famiglia di riflesso veniva spodestata di ogni bene.
Gran parte delle accuse erano dovute al desiderio di impossessarsi dei soldi di un proprietario terriero, oppure di eliminare una persona scomoda, o ancora per invidia. Le accuse erano le più disparate: stregoneria, provocare le tempeste e le carestie, essere indovini, essere guaritori manipolati del diavolo, praticare riti funerari non cristiani, ecc.. Ogni attività in contrasto con la Chiesa veniva utilizzata per accusare uno sventurato.
Il Malleus Maleficarum fu compilato e scritto da due monaci inquisitori domenicani, Heinrich Kramer e Jacob Sprenger, che nel testo sostenevano di avere ricevuto poteri speciali per processare le streghe in Germania per ordine di Papa Innocenzo VIII con un decreto papale del 5 dicembre 1484.
I giudici di allora, con il manuale del Malleus davanti, incriminavano il sospettato secondo il principio per cui "il reo deve accusarsi da solo e se non lo fa volontariamente qualsiasi mezzo è lecito". Uno dei metodi più utilizzati per attuare i principi del manuale era buttare in acqua colui che era ritenuto colpevole con un masso legato al collo; se affogava (ma guarda un po’!) era connotazione di colpevolezza e di peccato, se restava a galla era un indemoniato e pertanto andava giustiziato sul rogo.
In quei tempi l’Inquisizione trasformò il Malleus Maleficarum in una vera arma nelle sue mani, istituendo un regno di terrore su tutto il territorio europeo.
Le regole erano molto semplici: ogni processo in cui avessero giurato due o più testimoni veniva considerato valido e giusto e non importava investigare se i testimoni erano effettivamente a conoscenza dei fatti o meno. Bastava semplicemente che affermassero qualcosa che conducesse a screditare malcapitato. Immaginate quindi come ci si procurava i testimoni al tempo: minacce, o più spesso indulgenze o ricompense in denaro; a volte addirittura erano loro stessi accusati, ma si dava loro quella come una via di salvezza, ovvero accusare un altro per salvarsi la pelle.
Le domande trabocchetto prosperavano in ogni interrogatorio, architettate allo scopo di ingannare il presunto reo e mettere in condizioni i testimoni di rispondere secondo prassi.
Per fare un esempio di questi trabocchetti pensate a domande del genere:
«Voi credete al demonio, alle fatture e alla possessione?»
«No, non ci credo!» (un sì avrebbe concluso il processo già qui)
«Dunque per voi le donne bruciate sono state condannate di stregoneria ingiustamente?»
La risposta che dava la sciagurata di turno a questo punto non aveva più nessun valore, perché la colpevolezza era stata accertata dalla prima replica, dal fatto che non credere nella stregoneria trasformava il tutto in vera eresia.
Quando una strega veniva riconosciuta e posta agli arresti venivano prese varie precauzioni affinchè non potesse più nuocere e i suoi poteri venissero azzerati:
- le veniva negato di calpestare il suolo terreno per non aver contatti con Satana, il cui regno era risaputo dimorare negli abissi della terra, e veniva posta in una cesta e sollevata da un’asse;
- quando ’ella era di fronte al Giudice supremo doveva essere presentata di spalle, così da evitare ogni possibile tentativo di contagio con gli occhi;
- i magistrati stessi ordinavano alle guardie di non avvicinarsi alle sospettate per non venire a contatto con la loro carne infetta;
- i giudici più superstiziosi portavano al collo dei sacchetti contenenti erbe benedette e sale consacrato nella domenica delle palme, il tutto sigillato con una speciale cera.
La paura era il grande alleato degli inquisitori e in parecchie situazioni vanificava l’uso della tortura stessa. Il Malleus consigliava ai magistrati che l'accusato fosse denudato e, se femmina, che fosse condotta in galera e lì denudata da donne pure e illibate per ammansire la sua mente e imprimerle la consapevolezza dei suoi peccati.
Il Malleus Maleficarum è infatti stato scritto come un manuale dal duplice insegnamento:
- quello che conoscono tutti, ovvero metodi corporali per esortare il presunto eretico o presunta strega a confessare i suoi crimini (la tortura): normalmente bastavano questi "accorgimenti" a costringere un prigioniero a confessare qualunque reato gli si volesse imputare;
- quello psicologico, ovvero giocare sulla psiche del malcapitato e obbligarlo a confessare di sua spontanea volontà: nei primi decenni la tortura portò alla morte di moltissime persone, ma molte di queste fino alla fine rifiutarono di ammettere i peccati che non avevano commesso; la Chiesa sapeva bene che così facendo la sua dottrina sarebbe stata messa in discussione e le vittime sarebbero state viste come martiri. Ecco perchè nelle successive pubblicazioni del manuale si inserirono tecniche per incutere timore (in realtà vero e proprio terrore) nei prigionieri, giocando sui loro affetti, sulla loro credibilità, sui loro dubbi e soprattutto sulla loro ignoranza.
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