Avete notato che negli ultimi anni è cresciuto a dismisura l’interesse per gli zombie (e di conseguenza è aumentata la produzione di pellicole a tema)? Oggi siamo bombardati di notizie assurde in rete, video, cortometraggi, serie e film che hanno come protagonisti morti viventi: ma quando è nata questa tendenza?
I cineamatori sicuramente diranno nel 1968, quando il regista George Romero diresse il film “La Notte dei Morti Viventi”, che inaugurò il genere cinematografico ancora oggi molto apprezzato, ma in realtà si parla di zombi da secoli. Oggi li si intende come esseri umani morti per un virus o una malattia che li trasforma in automi senza vita affamati di carne umana (l’idea è sempre bene o male quella di Romero), ma in senso lato possiamo affermare che gli zombie esistono realmente, o almeno esistevano fino a qualche tempo fa.
Zombie, morti viventi… No, non esattamente.
Per far chiarezza sulla questione dobbiamo per forza di cose spostarci ad Haiti, dove questo fenomeno fino a qualche tempo fa era noto a tutti; dobbiamo anche inoltrarci nel voodoo e nelle tradizioni locali, che si sono mantenute vive nei secoli e che ancora oggi sono al centro della vita locale. Purtroppo a questo dobbiamo aggiungere l’ignoranza: la grande maggioranza della popolazione di Haiti ha studi medio-bassi o non li ha affatto e le credenze sono radicate nel culto voodoo al quale fa affidamento perfino per i piccoli problemi quotidiani.
Haiti è uno dei paesi più misteriosi e affascinanti, ma è anche sfortunato per i terremoti, le eruzioni e per i dittatori che in passato hanno instaurato un clima di terrore: ne risulta un popolo molto credente e allo stesso tempo duttile psicologicamente.
Per farla breve, sebbene oggi il culto voodoo sia molto limitato geograficamente, ad Haiti è stato più volte estremizzato da uomini come il dittatore Papa Doc Duvalier che ha governato dal 1959 al 1971 e ha terrorizzato gli abitanti nominando molti leader voodoo come suoi collaboratori. Se vogliamo fare un nome, il temuto Tonton Macoute ha terrorizzato il popolo punendolo per qualunque fatto anomalo accadesse (manifestazioni, oppositori o anche solo per manifesti di satira politica): i colpevoli venivano sottoposti a punizioni atroci e alcuni di loro vennero bruciati vivi e i loro cadaveri appesi agli alberi come monito.
Duvalier e i suoi seguaci però fecero di più: riportarono in auge l’antica cultura voodoo e la utilizzarono per i loro scopi (ovvero sottomettere il popolo e intimidirlo); improvvisamente le vecchie leggende sugli zombie, i morti che camminano, tornarono in voga ad Haiti e non è raro che ancora oggi se ne parli.
Parliamo di leggende quindi? No, parliamo di zombie veri, o meglio persone che hanno creduto e che credono di essere zombie e che il voodoo spinge ad indicare come morti viventi.
Forse lo zombie più famoso di Haiti è stata una donna: il suo nome era Felicia Felix-Mentor, nata nel 1878. Fu dichiarata morta nel 1997 a 29 anni per un incidente (c’è chi dice che venne investita da un carro in strada, chi che cadde in un fosso battendo la testa, chi ancora che fu aggredita e picchiata a morte); a nulla valse la corsa in ospedale e fu dichiarata morta senza che si riprendesse mai per raccontare cosa le fosse successo.
Venne sepolta nel cimitero del comune di Ennery e tutti si dimenticarono di lei. Il 24 ottobre 1936 tra le strade di Ennery una donna emaciata e barcollante venne vista camminare senza meta nella zona del mercato. Nessuno la conosceva, ma era chiaro che non stesse affatto bene: camminava scalza, la sua pelle era rugosa e ferita in molti punti, i suoi occhi erano vuoti e sembravano malati; le sue ciglia erano cadute, così come le sue unghie e sembrava odiare la luce diretta del sole, camminando sempre nelle zone più in ombra.
Il caso volle che quella che sembrava una barbona vestita di stracci venne riconosciuta dai membri della famiglia Mentor: si trattava della loro parente defunta Felicia, che effettivamente dimostrava circa 60 anni, così come se fosse stata se non fosse morta nel 1907.
La donna venne portata a casa Mentor, dove furono tentate diverse cure per ristabilirla; lei però non mostrò alcuna emozione e quando parlò lo fece in modo piatto e atono. Disse di essere effettivamente Felicia Felix-Mentor, ma di essere morta anni addietro e di essere stata resuscitata da uno stregone voodoo per servirlo fino alla morte. Non mostrava alcuna emozione e le risposte alle domande che le facevano erano meccaniche e il suo sguardo spesso fisso nel vuoto. I parenti dissero che non si indicò mai come “io”, ma come “noi” e che era totalmente indifferente alle persone e a tutto ciò che le accadeva intorno.
Dopo qualche giorno la donna ebbe un malore e fu necessario il trasferimento in un ospedale statale, dove morì poche settimane dopo.
I parenti erano certi che fosse Felicia tornata dalla tomba, mentre il dottor Louis P. Mars, che si occupò di lei negli ultimi giorni di vita, fu dell’opinione che la donna probabilmente non fosse Felicia, ma semplicemente una schizofrenica.
Il caso di Felicia non è isolato: ad Haiti sono stati molti gli “zombie” visti camminare per strada. Tempo fa scrissi di un altro caso, Clairvius Narcisse, tornato dai suoi parenti dopo essere scomparso nel nulla per 20 anni: lui stesso affermò che era morto ed era stato resuscitato da un bokor (uno stregone voodoo) e trattenuto alla sua mercè con dei farmaci che lo obbligavano a seguirlo e servirlo.
Gli zombie affascinano ancora il mondo, anche se la scienza sembra avere una risposta plausibile al fenomeno: negli anni ’80 il medico americano Wade Davis ha avanzato una controversa teoria secondo cui “zombie” sono persone messe in stato di morte apparente (spesso inscenando finti incidenti) causata da un mix di sostanze tra cui la tetrodotossina, un neurotossina altamente letale ottenuta dalla carne dei pesci palla, ma che se somministrata nelle giuste quantità provoca la paralisi e il rallentamento di tutte le funzioni vitali (facendo sembrare il soggetto morto).
La combinazione di queste due sostanze porterebbe la vittima anche in uno stato di trance e, si sospetta, causerebbe danni neurologici ingenti. Se a questo si aggiunge il folclore locale, la paura delle pratiche voodoo e il risveglio in una bara non certamente tranquillo, ecco che la vittima “resuscitata” si viene a trovare in uno stato psicologico talmente vulnerabile da credere effettivamente di essere morta e risorta come zombie.
Si crede che uno zombie, una volta dissotterrato, venga costantemente trattato con droghe e intrugli che ne annullano la volontà fino a quando il bokor non si stufa di lui uccidendolo o muore liberandolo dal supplizio.
La tradizione di Haiti vuole però che gli zombie siano corpi rianimati sottratti alle loro tombe e in alcune zone fino a qualche anno fa, per evitare che un morto tornasse in vita, si usava tagliare i piedi al defunto per impedirglielo.
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