mercoledì 20 febbraio 2019

Le Mavare siciliane


In Sicilia la strega prende il nome di Mavara, termine spesso interpretato come “ammaliatrice” oppure può essere definita “A Signura”.
In un’epoca in cui i medici sono troppo rari o costosi per il popolino, alcune donne si rivelano “guaritrici” in grado di alleviare o guarire da alcune malattie, che oggi non rappresentano quasi mai un pericolo ma che in quel periodo erano un problema o un rischio reale.
Le streghe o Mavare svolgevano così la loro opera di curatrici, utilizzando nelle loro misteriose pratiche, i segni e le “preghiere”, nonchè le proprietà di determinate piante dei luoghi circostanti.
Le loro pratiche mettevano al sicuro da opere di malocchio e i loro riti aiutavano le donne quando rimanevano sole a casa perchè gli uomini erano in alto mare per la pesca… un ritardo metteva in allarme le compagne dei marinai e le Mavare dopo opportune preghiere interpretavano dei segni che indicavano se il pericolo era reale o se l’ uomo sarebbe tornato a casa sano e salvo così come mi è stato narrato da alcune donne del luogo .
Anche i questo caso gli elementi sono i più semplici e il profano si mescolava con il sacro,
Il pricantozzo o ‘rrazione era composto da una invocazione,dalla descrizione della malattia da guarire o della situazione oppure della descrizione di un episodio della vita di Gesù o dei Santi, e infine l’esortazione al male ad abbandonare la vittima. All’orazione seguiva un rituale da svolgere.Spesso lo scopo dello scongiuro era quello di “liberare” gli individui colpiti da malefici vari, spesso, o quasi sempre, il malocchio o “occhiu rassu” (occhio grasso)fatto anche in maniera inconsapevole dagli stessi familiari della vittima magari nel corso di una discussione familiare. Quando gli amuleti e le pratiche superstiziose non bastavano a contrastare il malocchio si ricorreva alla Mavara che veniva ricompensava con la “truscia” che in pratica era un pagamento coi prodotti della natura.Era diffuso anche l’ uso di una sorta di amuleto consistente in un santino contenuto in un sacchetto e legato con un filo rosso al bulbo di una pianta
Uno dei rituali più diffusi prevedeva l’ uso di sale,olio e acqua.Dopo aver recitato la formula, in un piatto contenente dell’acqua si versano cinque gocce d’olio: se l’olio scompare esiste il malocchio, nel caso contrario non c’è.
Il rituale va ripetuto 3 volte e concluso con 4 segni della croce. Si getta il tutto in un luogo appartato e non frequentato da nessuno .
Naturalmente c’ erano anche rituali atti a danneggiare e anche qui ci si avvaleva dell’ uso di prodotti naturali quali ad esempio il limone…
“A Ruminica a missa porta nù limuni e ammucciuni vattiulu e pizzicuniulu. Quannu torni a casa incilu ri spinguli ecc….”
“La Domenica a messa porta un limone e di nascosto battezzalo e prendilo a pizzicotti. Quando torni a casa riempilo di spilli ecc.”
oppure del sangue mestruale per i legamenti…sangue che poi va aggiunto ad altri ingredienti e caricato con opportune formule e gesti.

Inoltre dalle mie conoscenze le mavare erano capaci di togliere Il fuoco di Sant'Antonio, i "Vermi" o "Spaventi" , ustioni e molto altro...

In questi riti si usavano "le segnature" cioè dei segni a forma di croce che si facevano sul corpo "questa pratica delle segnature era molto usata nella magia contadina".

Le persone capaci di guarire con queste segnature o nascevano con questo dono o una mavara prima della sua morte trasmetteva i suoi insegnamenti a colui che volesse apprendere. Ma "l'allievo" doveva tenere segreto quell' appreso, e anche lui prima della sua morte doveva trasmettere i suoi insegnamenti, cosicchè si creasse una reazione a catena.

Le streghe spesso erano associate a figure di donne che per qualche motivo non si erano sposate e che si vendicavano sui bambini i quali,se al mattino avessero riscontrato delle treccioline annodate sul lato sinistro della testa significava che durante la notte avevano ricevuto la visita di una strega che aveva praticato una fattura ( se era una donna a svegliarsi con i capelli intrecciati poteva essere che era uscita con le Donne di fuora, era cioè anch’essa una strega).
Ma per i bambini poteva essere anche una benedizione e quindi non andavano sciolte perchè questo avrebbe fatto arrabbiare le donne di fuora (le streghe) che avevano impartito la benedizione stessa.

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