giovedì 7 febbraio 2019

TRIORA - La Capitale delle Streghe

Triora, uno dei borghi più belli della Liguria, è diventata da alcuni anni la capitale delle streghe con manifestazioni dedicate, gadget, tour guidati e un museo.
Un ruolo importante lo gioca il fascino misterioso e noir del paese, con i vicoli anneriti, i passaggi oscuri, le montagne intorno.
A quasi 800 metri d’altitudine, il paese di Triora appare protetto dai monti, forte di un passato prestigioso e tenacemente legato alle proprie tradizioni. La visita comincia dal Museo Etnografico e della Stregoneria, che s’incontra subito: un allestimento molto curato e suggestivo racconta la vita e la storia del territorio. Suddiviso in sei sale,
il museo rappresenta le diverse attività della vita contadina: ci sono gli attrezzi da lavoro di contadini, mulattieri, falegnami, una sala per il castagno e una per il vino, la cucina.


Nei sotterranei, antica sede delle carceri, è invece allestito il museo della stregoneria: qui si possono vedere ricostruite scene di interrogatori, streghe intente nelle loro attività, oggetti e documenti del tragico periodo dei processi cinquecenteschi.
Uno dei punti più curiosi e suggestivi di Triora è il rudere della Cabotina, dove, secondo la tradizione, si davano appuntamento le streghe per i loro sabba e i loro intrugli, che si trova poco fuori dalla porta soprana. Saliti a dare un’occhiata ai resti del castello, piuttosto esigui ma sufficienti a rendere l’idea della maestosità dell’edificio, si può entrare nella parte più suggestiva del centro storico di Triora, ricca di opere e palazzi importanti.
Il cuore del paese è la piazza Tommaso Reggio, dove si trovano il palazzo Stella, centro del potere triorese per secoli, in cui soggiornò l’inquisitore Giulio Scribani, e l’antichissima Collegiata.


Della primitiva chiesa a tre navate restano pochi segni, come il portale con blocchi di pietra nera e marmo bianco; l’aspetto attuale risale al profondo intervento di ristrutturazione della seconda metà del Settecento. La chiesa custodisce molte opere di grande pregio. Ricca anche la collezione dell’oratorio di San Giovanni Battista, dove aveva sede l’omonima confraternita. Nei pressi della piazza si trovano infine due vie dal nome (e dalla storia) curiosa:
Camurata, oscura e fumosa, deve il proprio nome al fatto che per una terribile pestilenza vennero murate porte e finestre; Sambughea fu così chiamata dopo che ,sempre per la micidiale pestilenza , intere famiglie furono sterminate e sulle case abbandonate nacquero i sambuchi.

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