All’inizio del periodo fertile, alla ragazza Ainu venivano tatuate le labbra ed il dorso delle mani: con pietre affilate o piccole lame si incideva e si alzava la pelle che veniva energicamente frizionata con le ceneri coloranti della betulla. Il tatuaggio veniva ripetuto quando la donna raggiungeva il quarantesimo anno di età: si riteneva propiziatorio contro le irregolarità mestruali, la sterilità delle giovani, la salute fisica e psicologica delle donne adulte.
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