Anche se vi furono periodi della storia degli umani in cui i gatti furono adorati come Dei, vi sono state epoche in cui essi furono torturati quali demoni o trucidati durante macabre ribellioni simboliche.
Nell'antico Egitto, il gatto che moriva veniva sepolto con grandi riti e solenne magnificenza. Del resto gli Egizi erano talvolta clementi di fronte all'assassioniodi un umano ma punivano con la morte l'uccisione o il semplice ferimento di un gatto.
Il gatto era sacro a Iside e poi a Bastet, figlia di Iside e sorella di Horus, il Dio Sole. La Dea simboleggiava il calore del sole che dà la vita, e venne rappresentata con la testa di gatto forse perché il gatto ama esporsi ai raggi solari.
Il gatto veniva adorato in grandi cerimonie anche perché con la dilatazione e la contrazione delle pupille i suoi occhi sembravano riprodurre il fenomeno della luna crescente e calante.
Ben diverso fu l'atteggiamento nell'Europa del XVI, XVII e XVIII secolo, epoche in cui i gatti vivevano sotto la costante minaccia di esecuzione.
Una ricerca storica condotta dal dottor James Serpell rivela che tra il 1560 e 1700 molte centinaia di innocenti, spesso donne anziane, venivano brutalmente messe a morte solo a causa della loro amicizia con i gatti. Durante il processo alle streghe di St. Osyth nel marzo del 1582, Ursula Kemp fu accusata di avere quattro demoni al proprio servizio: due gatti grigi e due gatti neri.
Per la plebe, i gatti rappresentavano sia la magia che la sessualità. (Nota: vedi nell'inglese, la parola "pussy" che significa sia "micina" che "organo genitale femminile"; anche il coniglio era connesso alla sessualità, ed è rimasto nell'idea della "coniglietta", la giovane donna vezzosa e civetta)
Nel XVIII alcuni garzoni di bottega francesi parteciparono a delle torture e al massacro di gatti innocenti, in un'atmosfera di sfrenata baldoria.
è interessante notare come l'odio cristiano (perché il cristianesimo idolatra l'odio, oltre che il male) si sia sfogato sia sugli animali che sulle femmine.
Non tutti sanno (specialmente i cristianucci da oratorio) che l'Inquisizione torturava e bruciava donne (spregiativamente definite femmine, o meglio, maschi usciti male, perché il cristianesimo nega totalmente una femminilità autonoma e trascendente; la femminilità biologica non è che "maschietà uscita male", o, al massimo, si ammette, come unica "femminilità buona", la femminilità procreativa, overo uterina e sempre funzionale al patriarcato) ma anche animali (specialmente i gatti) andando ad identificarli come "demoni", ovvero "malvagità da sterminare" (si ricordi che i politeisti adoravano effettivamente anche Dei sotto forma di animali: si pensi alla Dea Gatta Bastet, o al Dio Elefante Ganesha, se vogliamo un Dio ancora venerato).
"Gli incontri erano presieduti da una presunta divinità cornuta, che si suppone sia Lucifero correlabile al pagano Pan (dal greco “tutto”) sintomatico come le traduzioni in altre lingue (in latino Omnie, in sanscrito Aum, l’indù Om, l’egiziano amoun e l’ebraico Amen), sono comunque tutte le designazioni del dio dell’abisso, del profondo del mondo sotterraneo: di qualsiasi ragione “ritrovata” e fuori dalla gamma della coscienza desta. Le caratteristiche caprine di Pan gli hanno poi dato un’immagine negativa da parte del cristianesimo per il fatto che il rituale del “capro espiatorio”, cioè il capro che aveva in se tutti i peccati degli ebrei, lo riconducevano all’impurità e al male. Ma in realtà il “Diavolo” è il capricorno, il capro che balza sulle montagne più alte, la divinità che, se si manifesta nell’uomo fa di lui l’egopan, il tutto, quindi è l’uomo fatto dio. Il dio delle streghe è anche connesso con altri dei, come Dioniso, Herne, Cernuanos, il dio cervo delle popolazioni galliche, adorato in tutta l’Europa occidentale."
(Nota: ricordiamo che capro e toro erano Animali Dei correlati alla virilità venerati da molti popoli, poi ripresi anche da pensatori come Eliphas Levi e Crowley; Pan in realtà, mitologicamente, era figlio di Ermes, il Messaggero Divino, e di una ninfa; abbandonato fin da piccolo dalla madre perché mostruoso, viene cresciuto sull'Olimpo, in particolar modo da Dioniso - ricordiamoci che il simbolismo della vite e del vino cristiano è ripreso da lì... - ; tuttavia Pan ha il potere di provocare lo spavento, "il timor panico", e viene ricordato per aver spaventato i persiani, nemici degli ateniesi, durante la guerra di Maratona, permettendo la vittoria di Atene. Ecco perché Pan era adorato con templi e fiaccolate. Su Youtube è possibile sentire un'invocazione a Pan realizzata dalla band Daemonia Nymphe)
Nel punto precedente si è osservato il fenomeno di demonizzazione del paganesimo riscontrato nel medioevo. Demonizzazione che, proprio per le caratteristiche naturalistiche del politeismo, ha come punto principale il rapporto uomo - natura e uomo - animale. Non per niente l’animale, nel suo significato generale di istintività e carnalità, è diventato emblema di Satana (...) Serpente, simbolo di fertilità e generazione, di astuzia e conoscenza e quindi di vita. Tutto ciò fin dalla tradizione babilonese. Emblema strettamente legato al fallo e alla penetrazione, venerato anche dai romani a fini di guarigione dalla sterilità, infatti il serpente dona ad Adamo ed Eva la conoscenza del bene e del male attraverso la scoperta della sessualità. Nei rituali dionisiaci, le baccanti si adornavano la testa di serpenti e ne trasportavano uno all’interno di una cesta, fra le tribù indiane, la lucertola era simbolo di energie non controllate dalla ragione, simbolo dunque dell’inconscio (...) Proseguiamo con un’ altra divinità pagana che ha decisamente contribuito al tipo di rappresentazioni del demoniaco, sia all’interno che all’esterno del sabba: mi riferisco ovviamente a Pan. Chi meglio di lui può dare alla stregoneria significati selvaggi, di folli corse e di eterne danze nella foresta? Chi meglio di Pan esalta i sensi abbattendo lo spirito? Pan, divinità dalle sembianze umane e caprine, dona all’avversario una delle più comuni rappresentazioni data dagli zoccoli, dalle corna, dalla coda ecc... Elementi che nel loro insieme accomunano entrambi i personaggi nella danza e nella natura. Estrema correlazione fra l’uomo ritualmente selvaggio e l’universo delle energie demoniache.
(Nota: i sacerdoti indossano comunque corna o maschere animalesche)
Altri attributi stregoneschi di origine pagana sono dati dal lupo, dai ragni, dagli insetti e dai felini. Bestie che a seconda della visione delle streghe fungevano da accompagnatori magici alla riunione notturna. Il demone Bune, ad esempio, viene rappresentato come camaleonte, Amduscias come unicorno, Flauros come pantera, Andrealphus come pavone, Marchosias come lupa, Belzebub come signore delle mosche, Pazuzu come cavalletta ecc..."
"Si continua poi con altri popoli quali quello indiano in cui lo sciamano attraverso imitazioni dell’animale prescelto, date sia dal travestimento che dal comportamento, celebra rituali con finalità propiziatorie o venatorie a seconda delle cerimonie. (...) Sopratutto in questo caso, l’imitazione dell’animale (che mischiata al travestimento fornisce chiari simbolismi metamorfici) scandisce l’apprendimento che l’uomo può trarne da esso. Gli indiani osservavano scrupolosamente il comportamento delle bestie nelle varie situazioni e non a caso i loro spiriti guida venivano rappresentati da animali. Nelle antiche popolazioni germaniche e scandinave, i lupi mannari (ulfhednar “uomini vestiti di pelli di lupo”) e i berserkir (guerrieri rivestiti di pelliccia d’orso) rientravano tranquillamente nell’organizzazione della società in qualità di eccezionali combattenti che vestivano di pelli di animali e in occasione della battaglia ne acquistavano il potere, la furia e la maggior resistenza al dolore."
"Il mago indossa la maschera della divinità che gli è più gradita e mette in scena se stesso (...) Con il termine stregoneria si intende quel complesso di pratiche rituali di carattere magico in cui l’uomo e la donna hanno l’obiettivo di fondersi con le energie della natura (demoni) attraverso evocazioni delle stesse energie; per perseguire fini di conoscenza sia nella ragione che nell’istinto. La base di tale cultura è rappresentata dal desiderio di conoscenza raggiungibile per mezzo di qualsiasi realtà, dalla volontà di simbiosi con la terra e soprattutto dal sentimento rituale che vede l’uomo-dio (Satana) nel pieno della sua presa di coscienza. La ritualità è la vita di ogni essere immersa nell’arte che prende vita in quell’assurdo palcoscenico che è il cosmo."
"I pagani di tutte le varie culture, oltre ad avere una filosofia politeista in cui riconoscono le varie forme della natura e del cosmo, si identificano in tali divinità proprio per le loro peculiarità umane ed animali. Infatti la divinità pagana (ovviamente non tutte) è antropomorfa e quindi fonde comportamenti e pensieri umani alla spontaneità e naturalezza di un animale conferendo all’energia in questione ragione e pensiero ma allo stesso tempo istinto e passione. E’ interessante notare come nella mitologia gli dei assumono spesso caratteristiche fin troppo umane nella loro ira, nella loro gelosia e a volte anche nella loro infantilità. Da queste caratteristiche si delinea il rapporto positivo che i culti pagani avevano nei confronti della terra, dei suoi frutti e dei suoi figli. La loro ritualità era ovviamente in stretto legame con questo ideale e di conseguenza in stretto legame con la magia intesa come scienza della vita e studio dell’energie della stessa. Il cristianesimo vede in tutto questo l’errore poichè riconosce un solo dio fatto di spirito estraneo a ciò che è terreno tranne che nella sua incarnazione in Cristo che, sul piano energetico, appare come figura limitatrice." (Alessandro Chalambalakis)
(Nota: e infatti sulle limitazioni di cristo, questa volta visto come "maschio fatto e finito", si innesta la Teologia Femminista; si veda Rosemary Radford Ruether quando si chiede se "la maschietà di cristo è un limite alla sua efficacia redentrice, visto che non ha assunto anche la natura femminile?")
Tratto da "La magia del gatto" di David Greene
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