venerdì 14 febbraio 2020

Il Rito dei Lupercalia

lupercali

Il 15 febbraio è il giorno della festa in onore di Fauno, dio dei boschi, delle campagne e delle greggi: i Lupercalia. La confraternita dei Luperci si adunava di mattina alle pendici del Palatino per un rito che ha origini antichissime, forse persino anteriori alla fondazione di Roma. I Luperci (il cui nome è connesso al lupo) si dividevano in due gruppi di dodici uomini ciascuno, che portavano il nome di due gentes: i Luperci Fabiani e i Luperci Quinctiales. I Luperci si riunivano nella grotta del Lupercale dove, secondo la leggenda, Romolo e Remo, sarebbero stati allattati dalla lupa.
1-1
In questo luogo sacro, i Luperci sacrificavano delle capre e, secondo Plutarco, anche un cane. Quindi, venivano condotti alla loro presenza due giovani nobili, a cui alcuni sporcavano la fronte di sangue con il coltello sacrificale ed altri la ripulivano con un batuffolo di lana bagnato nel latte. Dopo il sacrificio, veniva celebrato un banchetto accompagnato da abbondante consumo di vino. A questo punto i Luperci, completamente nudi tranne che per un perizoma di pelle di capra sui fianchi, iniziavano una folle corsa intorno al Palatino, il cui punto di partenza ed arrivo era la grotta del Lupercale. Nella loro corsa selvaggia, i Luperci brandivano delle fruste di pelle di capra, con cui colpivano tutti quelli che incontravano sul loro cammino; in particolare le donne, che speravano così di ottenere la fecondità. Questo rito aveva sia finalità di purificazione che di fecondazione. Ovidio, nei Fasti, per spiegare l’origine dei Lupercalia, racconta che al tempo del regno di Romolo, le donne divennero improvvisamente sterili. Esse allora si recarono in un bosco sacro a Giunone per pregare la dea e ottenerne la guarigione. Il responso che ne ottennero fu sconcertante: solo un caprone, penetrandole, avrebbe potuto renderle di nuovo feconde. Un indovino etrusco riuscì ad interpretare il responso; uccise un caprone, lo scuoiò e ne tagliò la pelle in strisce sottili, con cui toccò le donne, che divennero nuovamente capaci di procreare.
Luperci2
Sembra inoltre che, al tempo della monarchia, i Luperci avessero anche una funzione di conferma dell’investitura del rex. Gli indizi di questa antica funzione si troverebbero in un curioso episodio, avvenuto il 15 febbraio del 44 a.C., un mese prima delle idi di Marzo. Marco Antonio era console insieme a Cesare per l’anno in corso. Giulio Cesare, ormai dittatore perpetuo e padrone di Roma, aveva istituito un terzo gruppo di Luperci, chiamati Iulii. Leggiamo il racconto che ne fa Plutarco (Antonio, 12, 1–6):
“I Romani celebravano la festa che chiamano Lupercali, e Cesare, seduto sulla tribuna del Foro adorno della veste trionfale, guardava quelli che correvano. Molti giovani della nobiltà e magistrati corrono unti d’olio, battendo per scherzo con scudisci coperti di pelo i passanti. Fra essi correva Antonio, che mettendo da parte le tradizioni degli avi, avvolse un serto d’alloro intorno a un diadema, corse alla tribuna e, facendosi sollevare dai compagni, lo pose sul capo di Cesare, come se gli spettasse essere re. Cesare fece lo sdegnoso e si scansò; il popolo, lieto, applaudì forte. Di nuovo Antonio protese il diadema, e di nuovo Cesare lo respinse. Molto tempo durò la schermaglia, mentre pochi degli amici applaudivano Antonio che insisteva e tutto il popolo applaudiva con boati Cesare che rifiutava. Era davvero sorprendente che coloro i quali nella pratica tolleravano le condizioni dei sudditi di un re, rifuggivano dal nome di re quasi fosse la distruzione della libertà. Alla fine Cesare si alzò contrariato dalla tribuna e scostando la toga dal collo gridò che offriva la gola a chiunque lo volesse”.
Karl_Theodor_von_Piloty_Murder_of_Caesar_1865
Non sapremo mai se fu Cesare stesso a orchestrare questa sceneggiata, forse per testare la reazione popolare a un ritorno del potere regale. Sappiamo però che Cicerone rinfacciò ad Antonio di essere stato, con l’episodio dei Lupercalia, il vero motore dell’uccisione di Cesare, perché da quell’episodio la congiura ebbe una brusca accelerata.
I Lupercalia sopravvissero alla fine dell’impero e furono soppressi da papa Gelasio nel 494 d.C., che li sostituì con la Purificazione della Vergine (2 febbraio).

Nessun commento:

Posta un commento