lunedì 10 febbraio 2020

Le tre Dee della Luna

Sin nell'antica Grecia, la Luna è sempre
stata tenuta in gran considerazione, tanto da essere portata in Cielo e rappresentata non da una sola dea (come era per il Sole), ma da ben 3 dee, pure di grande importanza e rango elevato. Queste dee rappresentavano ciascuna una fase lunare: Artemide, la luna crescente, Selene, la luna piena, ed Ecate, la luna calante. Nessuna divinità è stata associata alla luna nuova, dal momento che per i Greci, poichè in cielo era completamente assente, era sinonimo che le 3 Dee prendessero riposo per una notte al mese e non alzassero la luna nel firmamento.
Come si può notare, già nell'antichità vi era radicata la triade visione della Luna, visione ripresa al giorno d'oggi da molti dei culti Neopagani, in cui riveste un ruolo di grande rilievo la figura della Dea.

Artemide: la Luna crescente

Artemide, era la sorella gemella di Apollo, nata sull'isola di Delo dall'amore di Zeus e Leto. Era la divinità della Luna, e come Apollo era diventata dea della Luna soltanto quando il suo mito si era confuso e identificato con quello di Selene, che più anticamente era stata la divinità di questo astro. Rischiarando di notte le strade col lume di luna, era considerata la protettrice dei viandanti e la loro guida, specialmente nei boschi. I boschi però, nelle notti di luna, si popolano di animali: lepri, cervi, daini e tutti gli atri animali di bosco; per questo Artemide era anche la dea della caccia, accompagnata dalle ninfe del boschi, le Driadi, e seguita da cani, percorreva le selve, con una veste corta, l'arco e la faretra. Caccia le fiere ma le ama e le protegge. Amando troppo i boschi, la caccia e la vita libera all'aperto, Artemide non avrebbe potuto assoggettarsi al legame matrimoniale; come Atena disdegna il matrimonio e gli omaggi degli uomini e degli dèi; da qui si evince la sua natura perennemente fanciullesca, nascente, come la luna in fase crescente. Artemide era rappresentata come una giovane dal viso delicato e bellissimo, con l'arco e la faretra e con la veste corta; per la sua qualità di dea della Luna aveva sul capo una corona di stelle o, più spesso, una falce di luna. Le erano sacri tra gli animali, la cerva, il cane, il cinghiale e il lupo; tra le piante, l'alloro, il cedro e l'olivo.

Selene: la Luna piena

Luna al suo culmine, regina della notte, collegata alla natura ed al culto dei morti, Selene era anche la dea della fecondità. Per i greci la dea Selene, sorella di Elios e di Eos, guidava il carro lunare.Selene è la personificazione della luna piena, insieme ad Artemide, la luna nuova, alla quale è a volte assimilata, ed a Ecate, la luna calante.
Selene, da Sèlas: “splendore”, era spesso raffigurata nel firmamento alla guida del carro lunare trainato dai candidi buoi che Pan le aveva donato per consolarla dell'inganno grazie al quale era riuscito a sedurla: "nascosto il pelo irsuto e nerastro sotto il vello di una bianca pecora, aveva potuto avvicinarla convincendola a salire sulla sua groppa per poi goderla, ormai consenziente" (Kâroly Kerênyi).
Questo racconto cela probabilmente la traccia di un antico rito orgiastico, che aveva per scenario il chiaro di luna della magica notte di Calendimaggio, quando la regina della festa cavalcava in piedi un maschio prima di congiungersi con lui in un sacro amplesso.
Un'altra versione racconta la travolgente passione del dio Pan, tanto brutto e oscuro quanto Selene era bella e splendente, ma Selene amava l'oscurità ricevendone l'abbraccio ogni notte.
Secondo il mito, ogni sera Elios adagiava la sua aurea quadriga sull'Oceano, dove sorgeva Selene, con la quale giaceva nella notte. Poi si salutavano e, mentre il dio solare dormiva nella coppa forgiata da Efesto aspettando l'arrivo della sorella Eos, Selene percorreva il cielo stellato in compagnia delle nove sacerdotesse che badavano al suo argenteo cocchio. Per venticinque giorni i due fratelli amanti s'incontravano, ma gli altri cinque Selene, all'insaputa di Elios, si recava dietro la catena montuosa del Latmo, in Asia Minore, per dedicarsi all'amato Endimione col quale giaceva per tre giorni (quelli del novilunio quando la Luna non è visibile).

Ecate: la Luna calante

Di lei come dea lunare vi sono poche fonti, poichè era da tutti temuta. Ecate come dea della luna è associata alla vecchiaia, alla saggezza, ma anche alla morte e alla distruzione, vista però sia come fine che come nuovo inizio, secondo il processo di trasformazione. A lei erano associati i poteri oscuri e la stregoneria.

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