giovedì 27 febbraio 2020

Le Madonne nere


Ci sono circa 500 immagini della vergine nera in varie chiese in Europa. Fra le più note ci sono quelle nella cattedrale di Chartres in Francia, della Polonia in Czestochowa, della Svizzera a Einsiedeln, vicino a Zurigo, il Muttergottes (“madre del dio”) in Altötting, vicino a München, in Baviera, e quello in Loreto, Italia. Questi santuari della Madonna nera sono fra i posti più visitati nella cristianità.

Anche godendo del riconoscimento popolare, le immagini della Madonna nera sono una fonte di un certo imbarazzo per la chiesa cattolica. Solitamente, le guide turistiche non fanno riferimento al colore; o quando provano a spiegarlo si va dai riferimenti dell’effetto d’annerimento nei secoli del fumo dalle candele e dei bruciatori di incenso. Occasionalmente, ci sono riferimenti al cantico dell’antico testamento di Salomone, in cui la regina di Saba, canta: “sono nera, ma sono bella.”

La vergine nera è stata identificata con parecchie delle dee delle culture pre-patriarcali antiche: Cibele del Medio Oriente mediterraneo, Inanna sumerica, Anath siriana, Lilith ebraica, Kali indiana, Diana e delle dee egiziane Neith e naturalmente Isis. Nelle culture d’adorazione della vecchia Europa e del Mediterraneo pre-patriarcale , il nero era il colore di fertilità e dell’abbondanza, come il terreno nero ricco del Nilo e di altre valli del fiume. Il bianco d’altra parte era il colore simbolico della morte e le immagini della dea associata alla morte sono state intagliate in osso o marmo. Tuttavia, per il pastori nomadi Indo-Ariani, che hanno invaso l’Europa dal quarto millennio a.c., il bianco, l’oro ed il colore giallo erano i colori della vita del sole-dio; e nero era il colore degli dei sotterranei di morte come Ade ed Ecate.

Con l’avvento della religione patriarcale del dio e, in seguito, delle tradizioni monoteistiche dei giudeo-Cristiani, la religione degli dei della natura del mondo arcaico sono state soppresse, desacralizzate e demonizzate. Il rituale sacro connesso con il culto di Inanna e di Ishtar è stato condannato come prostituzione. Lilith, che rappresentava l’autonomia sessuale femminile, la protezione del parto e dei bambini, è stata trasformata in un demone distruttivo che rubava i bambini. I preti e i teologi maschi hanno avuto buon gioco ad insistere sulle funzioni terrificanti del culto della dea, portando ad esempio i culti di Cibele, in cui i sacerdoti offrivano i loro genitali in sacrificio alla dea. Diana è diventata la dea delle streghe. È stata associata con la cristianità esoterica a partire dal dodicesimo secolo ad opera dei Templari. Tutti coloro che hanno provato a sanare la spaccatura dissociativa fra natura-eros e lo spiritualità ascetica sono stati distrutti dalla chiesa di Roma.

S’è salvata soltanto l’immagine del Madonna e del bambino nero, in sè basato sulle immagini egiziane di Isis con il bambino Horus, superstiti della distruzione misogina dei cristiani. Il culto di Isis era la religione dominante del Mediterraneo durante i periodi tardo romani ed era arrivato anche nelle terre occupate dai romani , compresa la Gallia. La città di Parigi è stata dedicata a Isis, poichè Lione era dedicata a Cibele, e Marsiglia a Artemis.

Come altre dee nere, Isis è la dea della terra, della vita e della morte. Nell’asino dorato di Apuleius, Isis parla:

“sono la natura, la madre universale, il mistero di tutti gli elementi, bambino primordiale, sovrana di tutte le cose spirituali , la regina dei morti, regina degli immortali, la singola manifestazione di tutti i dei e tutte le dee. Io sono.”

Il testo continua affermando che è identica a Cibele, Artemis, Aphrodite, Persephone, Demeter, Juno e Hecate. La dea nera della terra, compresa la Madonna nera, è stata tradizionalmente sempre invocata durante i processi naturali della vita: aiutare l’ammalato, facilitare i dolori del parto, portare la fertilità, confortare e guidare l’uomo nella morte. Ha sempre rappresentato la persistenza della Dea durante il periodo di predominanza dei culti patriarcali del dio maschio e rappresenta il bisogno di femmineo dell’animo umano, la dualità insita in ogni cosa, bene-male, notte-giorno, maschio-femmina, yang-yin. Anche il testo sacro del cristianesimo, ribadisce il concetto “dell’UNO” attraverso l’unione dei due opposti maschio e femmina, che nell’unione raggiungono la perfezione.

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