martedì 4 febbraio 2020

L’Ultimo Viaggio


“…quando arrivò il giorno in cui l’uomo è la sua schiava dovevano essere bruciati, io mi recai sul fiume dove era ormeggiata la nave. Questa era stata tirata a riva…”
Con queste parole l’erudito arabo Ahmad Ibn Fadlan, descrive il rituale funerario di un personaggio eminente del mondo vichingo.

Rituale e tumulo
Nella società pre-vichinga e vichinga i personaggi importanti venivano sepolti all’interno di Drakkar, vere e proprie navi; questo tipo di rituale prevedeva che il defunto venisse seppellito all’interno della propria Drakkar, accompagnato da un ricco corredo personale composto da tessuti preziosi, utensili, arredi raffinati, e insieme ad esso si offriva in sacrificio volontario una delle sue schiave; in fine tutto veniva posto all’interno di un cumulo di terra, detto tumulo. 
L’immagine sulla destra rappresenta appunto uno di questi tumuli, associato alla sepoltura di un re vichingoBjörn Ragnarsson, conosciuto anche come Björn Járnsíða “fianco di ferro”, re di Svezia tra VIII e IX secolo.



  Archeologicamente

Attestazioni archeologiche che confermano l’importanza della navigazione nel mondo scandinavo derivano anche da periodi precedenti dell’epoca vichinga. Già nell’età del bronzo ferro nordico sono presenti numerose sepolture a cremazione, segnalate e cinta da strutture in materiali deperibili o in pietra, che formano la sagoma di una nave, alle cui estremità (prua e poppa) sono posti due massi di dimensione più grande.  Ne è un esempio la figura sulla sinistra; situato in Scania, una regione della Svezia meridionale, questo monumento è databile al VI secolo d.C. e occupa una lunghezza di 67 mi, a prova dell’importanza di questo personaggio. 
I monumenti sepolcrali dell’epoca più antica hanno due interpretazioni principali: una vede molte di queste attestazioni a ridosso della costa ad indicare le imprese marinare compiute dal defunto. L’altra invece vede un’interpretazione più simbolica, riconducibile al viaggio del defunto verso il regno dei morti.
 Attestazioni sono presenti anche su incisioni rupestri, come quella visibile nell’area di Tanum in Svezia (databile al 1200 a.C.), o su pietre runiche (sparse per tutta l’area scandinava).

 


  Mitologicamente

Le Drakkar svolgono un ruolo importantissimo anche nella mitologia, in quanto sono il mezzo di comunicazione tra il regno dei vivi ed il regno dei morti, come attestato da numerose fonti.
Tra le più importanti ricordiamo la nave funeraria Hringhorni, dove era posto il cadavere del dio Baldr, figlio di Odino; egli secondo la saga, fu sottratto a questo mondo per prepararsi a regnare nel ciclo futuro. collocato all’interno della sua nave, posizionata su di una pira, era accompagnato da una ricco corredo, il suo cavallo (compreso di finimenti), la moglie Nanna (morta di dolore), e l’omaggio di suo padre Odino, che gettò al suo interno l’anello Draupnir, affinché Baldr lo avesse nel regno dei morti. Da allora esso ebbe la caratteristiche che ogni nove notti ne scaturivano altri otto di egual peso. 


  Il Battelliere

Mezzo di collegamento tra due rive che altrimenti resterebbero inesorabilmente separate, all’interno delle Drakkar troviamo una figura di spicco: il Battelliere, dalla quale volontà  dipendono le sorti di chi voglia compiere un viaggio nell’altro  mondo, avendo la possibilità di tornare indietro. Nella mitologia il battelliere più celebre è senza dubbio Hárbarðr, cioè Odino che appare come di consueto sotto mentite spoglie.
Tuttavia il battelliere è colui che conduce i defunti nel regno dei morti, ed al quale è affidato il compito di impedire a quest’ultimi di tornare indietro. Un po’ come Caronte (figlio dell’erebo e della notte), che traghetta da una sponda all’altra del fiume Acheronte i defunti che hanno ricevuto gli onori funebri, e che portano con se un obolo per pagare il loro ultimo viaggio.  

  Da visitare


Riportata in quest’immagine possiamo vedere la famosa Drakkar funeraria del tumulo di Oseberg in Norvegia, databile all’850 d.C. circa. La nave ha un’altezza della prua di 4,8 mt sopra il livello del ponte, con una lunghezza di 22 mt, per una larghezza di 5 mt. Sulla murata sono presenti 15 fori per lato, per un totale di 30, tanto da ipotizzare un equipaggio di circa 30/33 uomini. Al suo interno vi era posto un capo, accompagnato dalla sua schiava, e un corredo composto da carri, slitte, bauli, letti, telai, tessuti, calzature e utensili da cucina, che dovevano accompagnare il defunto nell’aldilà. Oggi questa Drakkar è esposta al museo di “Vikingskipshuset” (Oslo).

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