domenica 12 aprile 2020

La donna che divenne un'isola


(Leggenda della costa del Pacifico)
Raccontano le leggende che il dio Cuniraya passeggiava fra la gente vestito di stracci affinché non lo riconoscessero. La sua tonaca era piena di buchi e portava con sé la sua lancia, che, anche se di canna leggera, era magica. Con quella poteva aprire un canale per l'acqua, dalla montagna fino alla pianura. Per mezzo di una sola parola appiattiva le colline e tagliava le montagne in due per formare le vallate.
Un giorno, Cuniraya s'innamorò perdutamente di una ragazza della costa del Perù, nella valle del fiume Rimac, dove ora sorge la città di Lima. La bellissima ragazza, chiamata Cahuiya, passava le giornate filando il cotone e tessendo i vestiti sotto un lùcumo, albero di frutta tropicale, senza alzare lo sguardo dal suo telaio. Appena la vide, il dio Cuniraya si trasformò in uccello e si mise a cantare sull'albero di lùcumo.
Ogni giorno la desiderava di più e non sapeva come farla innamorare, finché decise di usare la sua magia. Prese un frutto del lùcumo, lo inseminò e lo gettò in grembo alla fanciulla. Cahuiya prese il frutto maturo e lo mangiò, ignara. Nove mesi dopo, ancora vergine, le nacque un figlio. Lo crebbe e lo curò con amore, domandandosi chi mai fosse stato il padre.
Quando il bimbo compì un anno, Cahuiya scelse di riunire tutti gli uomini dei paesi vicini per chiedere loro chi mai fosse il padre di suo figlio. Tutti i giovani dei dintorni si portarono ad Armatambo, luogo che oggi, col nome di Chorrillos, forma parte della grande città di Lima. La ragazza prese il figlio e si avvicinò a ognuno, facendo ogni volta le stesse domande:
- Sei tu il padre di mio figlio? Ti assomiglia? Lo riconosci come tuo figlio?
Anche il dio Cuniraya era presente alla riunione vestito di stracci e si era seduto lontano dal gruppo. Cahuiya lo ignorò e non chiese niente a lui, rivolgendosi agli altri giovani che erano belli e ben vestiti. Siccome nessuno dei presenti riconobbe il bimbo come suo, la fanciulla sussurrò al bambino di andare da suo padre. Il bimbo andò a gattoni e individuò Cuniraya. Felice, si avvicinò a lui arrampicandosi sulle sua ginocchia.
- Povera me! - si lamentò la ragazza. - Come può quest'uomo miserabile e sporco essere il padre del mio bel bambino? - Disperata, prese il bimbo nelle braccia e corse verso il mare.
Cuniraya si trasformò all'istante in un principe elegantissimo indossando una tonaca ricamata con fili d'oro. Tutti i presenti rimasero sorpresi e si scostarono rispettosamente riconoscendolo come il dio Cuniraya. Questi corse dietro alla fanciulla, chiamandola e pregandola di ascoltarlo, ma lei non volle sentire parola e senza voltare la testa e neanche guardarlo, corse via col figlio in braccio.
Cuniraya trovò un Condor e gli chiese:
- Fratello Condor, hai visto Cahuiya con mio figlio?
- L'ho vista, è vicina e fra poco la raggiungerai.
Allora il dio lo benedisse con queste parole:
- Da oggi tutti gli animali della Cordigliera, dai lama alle vigogne, ti serviranno da alimento, e se qualcuno ti ucciderà, morirà anche lui. Per questa ragione, uccidere questo uccello è segno di sfortuna.
Poi, Cuniraya trovò la volpe:
- Sorella Volpe - gli chiese - hai visto Cahuiya con mio figlio?
- Sì - rispose la Volpe - ma è così lontana che non la raggiungerai mai!
Quindi il dio si adirò e la maledisse:
- Camminerai soltanto di notte, odiata da tutti, e quando ti uccideranno, butterano via la tua pelle come uno straccio senza pregio!
Il dio continuò per la sua strada, maledicendo chi gli dava cattive notizie e stabilendo un futuro felice per chi forniva buone notizie della sua amata.
Promise al puma di farlo ballare nelle cerimonie ed è per questo che gli Inca usavano mettersi maschere con la faccia di puma nelle festività per le danze religiose. Lo stesso promise al falco, per cui gli uomini usavano decorarsi nelle feste incaiche con le piume e la testa degli uccelli rapaci. Maledisse i pappagalli, perché dissero che Cahuiya era troppo lontana, e pronosticò loro che sarebbero stati allontanati dagli uomini per il loro verso sgradevole.
Intanto, la ragazza era fuggita fino alla riva del mare e pregava il dio Pachacamac 2 che la salvasse.
Pachacamac, per sottrarre la fanciulla dai violenti desideri del dio Cuniraya, la mutò in un'isola proprio davanti al suo Santuario, insieme al piccolo. Tutt'oggi si vedono i due isolotti, paralleli alla costa, uno grande e uno piccolo.
Cuniraya arrivò sulla riva del mare e vedendo la sua amata convertita in un'isola di pietra, così come il suo bambino, pieno di rabbia e furia andò verso la dimora del dio Pachacamac, suo padre, e trasformò tutti gli altri figli in pesci e li buttò in mare. E' da allora che il mare della costa peruviana è molto ricco e pescoso.
La moglie di Pachacamac, chiamata Urpiwasha, sgomenta per la sorte che correvano i suoi figli nel mare, cambiò allora tutte le sue figlie in colombe e le inviò in cielo per curare dall'alto i loro fratelli divenuti pesci. Per tale ragione, tutta la costa del Perù è ricca di volatili.

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