La gioielleria celtica è famosa per la sua immensa varietà di forme. Le fogge più semplici, derivate dal mondo classico, erano la spilla e la fibula, il cui modello era un antico gioiello simile a una spilla di sicurezza, prodotto sin dall’epoca della civiltà micenea: a partire dal V secolo a.C. gli artigiani Celti ne trasformarono le stanghette in fantasiose rappresentazioni di dragoni, uccelli e maschere dai tratti umani. L’esempio più celebre di spilla è la Spilla di Tara ( VIII secolo d C ).
L’intera superficie del gioiello è coperta da finissime incisioni di spirali, intrecci e motivi zoomorfi, mentre dal bordo dell’anello sporgono minuscoli grifi e code di pesce. L’ornamento personale più prestigioso era tuttavia rappresentato dal torque, un pesante collare metallico spesso realizzato con fili intrecciati di rame o d’oro tali monili nacquero nelle regioni orientali e in origine erano indossati esclusivamente dalle donne. I torques si prestavano ad essere variamente decorati e gli artigiani spesso riproducevano alle estremità teste umane o animali, che venivano a trovarsi una di fronte all’altra sulla gola di chi indossava il collare. Oltre ad essere riservati ai ceti sociali più alti, i torques acquisirono anche un significato religioso. Le divinità celtiche venivano sempre raffigurate con questi monili e spesso tali gioielli erano usati come offerte votive.
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