domenica 12 aprile 2020
M come Moire
Le Mòire, che i romani chiamavano Parche, come le Ore erano figlie di Zeus e di Temi. Aiutavano la madre a mantenere il rispetto per l'ordine della natura e della vita umana. Abitavano nell'Olimpo, in un palazzo di bronzo, sulle cui pareti incidevano i destini degli uomini e il cammino degli astri. Nessuno poteva cancellare ciò che le Mòire avevano scritto, nemmeno Zeus. Da alcuni erano rappresentate come vecchie; ma da la maggior parte, come giovani dall'aspetto severo, vestite con dei lunghi pepli bianchi trapunti di stelle. Le tre dee filavano la vita degli uomini: Cloto, filava lo stame; Lachesi, girava il fuso per torcere il filo, e decideva le sorti della vita che stava filando usando, lo stame bianco misto ai fili d'oro per indicare i giorni felici e lo stame nero misto ai fili d'oro per indicare i giorni di sventura; Atropo, la più vecchia, con in mano le forbici tagliava il filo della vita, determinando il momento irrevocabile della morte.
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