Raccontano le leggende che al tempo degli Inca, molte giovani e nobili donne, scelte fra le più belle e chiamate ñustas, vivevano nel Palazzo delle Figlie del Sole a Cuzco, città principale dell'Impero. Potevano girare soltanto di giorno perché di notte non era permesso uscire dal loro alloggio. Erano educate per servire la famiglia reale degli Inca e i sacerdoti, dedicandosi ai lavori artigianali. Ricamavano con fili d'oro soffici e delicati tessuti di cotone o lana di vigogna, chiamati cumbi, che servivano da indumenti. Fabbricavano sandali di morbido cuoio e tessevano tappeti e tappezzerie con disegni colorati di animali veri e mitici. Filavano diversi materiali come lana di alpaca e vigogna, fibre vegetali, liane e cotone che tingevano con coloranti vegetali presi da semi e fiori, oppure coloranti animali presi da conchiglie di mare e dalla cocciniglia, piccolo insetto di colore rosso carico che abita sulle piante grasse delle Ande, e anche minerali, provenienti da polvere d'argilla e pietre macinate.
Una giovane ragazza ñusta, il cui nome era Chuqui, che vuole dire "lancia" in lingua quechua, giacché era alta e snella, viveva e lavorava nel Palazzo delle Figlie del Sole. A lei piaceva passeggiare nelle ore di riposo fra le quattro fontane d'acqua dolce e cristallina che c'erano in quel luogo. In queste fontane o "Puquio Sacro" le ragazze si bagnavano, giocavano, lavavano i vestiti e si pettinavano riflettendosi nelle acque.
Le quattro fontane del Puquio Sacro avevano nomi secondo quello che si trovava nei loro dintorni: una era la Fontana del Crescione, per le erbe che vi crescevano attorno, un'altra la Fontana della China per gli alberi magici e medicinali dai quali si estrae il chinino, poi c'era la Fontana delle Onde, perché era molto grande e nei pomeriggi di vento si alzavano piccole onde che si frangevano ai lati, e per ultima, la Fontana delle Rane dove saltellavano i batraci nascondendosi in mezzo alle liane che crescevano dentro.
Una mattina, Chuqui passeggiava intorno alla Fontana delle Rane quando d'improvviso si imbatté in un bel giovane. Siccome non era permesso agli uomini di entrare nel recinto delle Figlie del Sole, la ragazza si sorprese, ma poi, chiacchierando, capì che il giovane si era perso. Lui riferì che si chiamava Acoya e che si era ritrovato fra gli arbusti del luogo e non sapeva come uscirne. Chuqui non poteva portarlo a Palazzo poiché le guardie erano molto severe e lo avrebbero incarcerato subito, tuttavia gli consigliò di nascondersi tra gli alberi, promettendo di portargli del cibo, e così decisero di incontrarsi di nuovo la mattina seguente in quello stesso luogo.
Chuqui tornò a Palazzo quella sera come se niente fosse e Acoya si trasformò nuovamente in ciò che era: una rana. Il batrace, innamorato della fanciulla, decise di aspettare pazientemente l'arrivo della mattina per vederla nuovamente. Trascorsero le settimane e i giovani si incontrarono tutti i giorni presso la Fontana delle Rane, senza che Chuqui indovinasse la vera natura di Acoya. Anche lei si era infatuata del bel giovane e insieme passavano molte ore raccontandosi i loro pensieri, mano nella mano.
Un giorno, una delle guardie del Palazzo si rese conto che Chuqui s'incontrava con un giovanotto in fondo al parco, nel Puquio Sacro, e con altre guardie la inseguì per castigare la sua disubbidienza, dal momento che era proibito alle Figlie del Sole avere qualunque relazione con altre persone all'infuori degli abitanti del Palazzo.
I due giovani, vedendosi scoperti, fuggirono dal luogo quella stessa sera scavalcando il muro di cinta. Gli anziani della località affermano che i vicini videro Chuqui scappare a cavallo della Rana Acoya e che li vedono ancora al calare del sole.
Le leggende riferiscono che quando il dio Sole seppe che una delle sue Figlie aveva disubbidito alla legge, diventò furioso e volle punire i colpevoli. Dall'alto vide la coppia fuggiasca nascosta nella località di Huallabamba, nell'altopiano andino, e li trasformò in due enormi pietre. Una di queste ha la forma di Rana e l'altra la forma di una Lancia. Si distinguono ancora dagli altri massi perché sono bianchi e brillanti, e si scorgono da lontano nelle vicinanze della zona.
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