domenica 1 marzo 2020

Il mito dei Gargoyles


L’origine, la storia e l’evoluzione di un mistero che dall’Egitto giunge fino al nostro secolo. Le figure mitiche che costituiscono i doccioni delle grandi cattedrali rivelano l’universo sacrale e visionario dell’uomo. Dalle chimere greche ai gargoyle dei campus universitari inglesi e statunitensi il simbolo e la forma sopravvivono al loro utilizzo tecnico e riaffermano la potenza del mito.
1328 Race St., Philadelphia PA,USA: i sei gargoyle del vecchio quartier generale dei Vigili del Fuoco osservano placidi la folla sulla strada, mentre a New York, la misteriosa figura del green man, una faccia umana che fuoriesce da foglie d’albero, si protende dai muri esterni delle più grandi banche e agenzie finanziarie di Wall Street.
A Hydrabad, India, gargoyle in forma di dei Hindu, sembrano sporgersi all’esterno, come a benedire i fedeli dai tetti dei templi. E dalla grande cattedrale gotica di Chartres (Francia), demoniache creature a guardia del tempio, figlie e sorelle di tutti i gargoyle sparsi sulle chiese della cristianità, incutono timore dall’alto delle guglie affilate del Sancta Sanctorum.

I gargoyle si ritrovano un po’ dappertutto, dall’India alla Grecia, dall’Inghilterra agli Stati Uniti; si tratta di una delle simbologie sacre più interessanti e affascinanti poiché il loro valore intrinseco è legato ad un mistero che continua da oltre quattromila anni e collega le civiltà classiche a quelle moderne, senza soluzione di continuità, un mistero che fece sudare le proverbiali sette camicie all’architetto Violett-le-Duc, incaricato nel 1841 di restaurare la cattedrale di Notre Dame, a Parigi: decine di gargoyle furono completamente rimossi e costruiti ex novo, molti furono ridisegnati secondo il genio artistico dell’architetto che si era faticosamente calato nell’universo mitico dell’uomo medievale e nel suo cammino sacro, proteso verso un paradiso celeste e allo stesso tempo catturato e legato all’elemento terreno dai demoni di un inferno sempre vicino. Violett-le –Duc era riuscito a comprendere che i gargoyles di Notre Dame non erano stati posti nelle loro locazioni solo come decorazione, poiché la maggioranza di essi era troppo piccola per essere visibile dalla piazza antistante la cattedrale. Senz’altro doveva esserci qualcosa di più.
La stessa questione ritorna anche oggi e la domanda focale è: che cos’è un gargoyle ?
CHE COS’E’ UN GARGOYLE
Secondo l’Encyclopaedia Britannica, il vocabolo gargoyle deriva direttamente dal latino gurgulium, (esofago o anche gola), termine onomatopeico che fa riferimento al gorgoglìo dell’acqua che passa attraverso un doccione. Quest’ultimo venne in seguito francesizzato in gargouille con il medesimo significato e da qui all’odierno gargoyle il passo è breve. Secondo la definizione classica, un gargoyle è semplicemente un doccione, un sistema di scarico per l’acqua che si protende da un tetto o un cornicione con lo scopo di allontanare l’acqua dai muri la cui malta (e in parte la pietra) verrebbe altrimenti irrimediabilmente erosa. I primi gargoyles non erano necessariamente scolpiti; si trattava di semplici accorgimenti architettonici, come scassi su travi di legno che fuoriuscivano dal tetto o tubi di varia foggia in ceramica. A partire dal X-XI sec. si cominciò a diffondere in Europa l’utilizzo di pietra per il doccione, principalmente marmo e pietra calcarea, che presentava l’indubbio vantaggio di poter essere scolpita e quindi adattata artisticamente all’architettura di base; si ha notizia anche di gargoyle di piombo che furono utilizzati per lo più nel XV sec. mentre i doccioni di terracotta, in uso in tutto il medioevo, non sono giunti fino a noi, consumati dalle ingiurie del tempo.
La prassi usuale imponeva la scolpitura del gargoyle mentre era nella sua posizione finale, e questo per evitare ritardi nell’inserzione del pezzo, rotture e altri guai che ogni mastro scultore avrebbe volentieri evitato; più rara era la realizzazione a terra della figura, che si basava solitamente su un modello in argilla o calce.
Grande cura era posta nella decorazione dei doccioni che venivano riccamente dipinti e in diversi casi dorati; col tempo le tinte si sfaldarono e vennero eliminate dalla pioggia e dall’erosione per cui oggi rimane solo la grigia superficie della pietra, senza alcuna traccia di colorazione.
La spiritualità visionaria del medioevo generò gargoyle di ogni tipo, da facce sorridenti a terribili figure demoniache, fino ad esseri mostruosi metà bestie e metà uomini e a chimere, esseri ibridi formati da più animali, posti a guardia delle cattedrali. Ma l’origine del simbolo ibrido risale molto più indietro nel tempo addirittura all’antico Egitto.
EGITTO, GRECIA, ROMA
Gli egiziani, che possedevano un pantheon con un certo numero di divinità ibride, furono tra i primi a decorare con questi esseri supernaturali i loro templi e li ritrassero in innumerevoli dipinti murali. Dall’Egitto le chimere entrarono nell’inconscio collettivo greco, che pure possedeva una forte propensione alle visioni fantastiche, e si cominciò ad utilizzare arpie, centauri grifoni e altri; in particolare teste di leone furono tra i primi gargoyle greci, dalla cui bocca usciva l’acqua di scarico. Dalla Grecia, l’uso divenne comune nel mondo classico e tanto che il Green Man si ritrova anche in colonne romane del II sec. e addirittura in templi Hindu.
La caduta dell’impero romano d’occidente causò una flessione nell’utilizzo di questa tecnica architettonica ed è solo dal XII secolo si comincia a notare una omogenea diffusione in Europa del doccione a forma di gargoyle e anche in Giappone, dove erano comuni i gargoyle modellati sulla forma di Shachihoko, demone con testa di tigre e corpo di pesce. Alla fine del XIII sec. le figure appaiono più complicate, alte fino a un metro e scolpite con più cura. In questo secolo le forme umane tendono a rimpiazzare quelle animali. E in quello successivo si nota un generale aumento della plasticità della postura e dei particolari. Il XV sec. vede una comune tendenza all’espressione facciale buffa, grottesca o con un ghigno sinistro.
Il gargoyle, come pure il grotesque (vedi box) viene utilizzato comunemente fino al XVI-XVII sec., dopodichè viene ripreso occasionalmente da istituzioni accademiche, chiese o anche banche con intenti propiziatori, apotropaici o di semplice decorazione.
I MOTIVI E IL SIMBOLO
La simbologia dei gargoyle è incredibilmente complessa ed è possibile ritrovare un significato dietro l’immagine che a volte presenta forme tratte dalle Scritture ma più comunemente attinge all’universo pagano, un sostrato simbolico che unisce culture successive e crea una sottile linea di unione tra esse. E’ rimarchevole il fatto che ogni gargoyle muta il suo significato da positivo a negativo e viceversa nel corso dei secoli assumendo in molti casi un significato bivalente nel medesimo tempo, identificando la natura dell’uomo in due grandi tensioni psicologiche: spirituale e materiale o, se vogliamo, celeste e demoniaca.
Schematizzando fortemente le forme possiamo rintracciare i motivi ricorrenti da cui si generano, tenendo presente che le variazioni sono pressoché infinite :
IL GREEN MAN
Chiamato a volte Jack-of-the-Green o uomo delle foglie, si tratta del simbolo forse più famoso ed utilizzato anche ai giorni nostri. Essenzialmente si tratta di un viso che fuoriesce come un fiore tra foglie d’albero. A volte è una faccia composta da foglie, un po’ come in un quadro di Arcimboldo, altre volte le foglie fuoriescono dagli occhi e dalla bocca. Il motivo appare sulle cattedrali europee a partire dal XI sec. ma è possibile ritrovarlo, come si diceva, in colonne romane del II sec. e su templi Hindu, in India, nelle sue multiformi varianti. E’ presente, come grotesque, sui muri delle principali banche di Wall Street come simbolo beneaugurante. La sua valenza simbolica riguarda la forza inestinguibile della vita che non può spegnersi ma si rinnova ciclicamente in nascita – morte - rinascita, come le foglie caduche; a volte viene adorato come dio del grano o dio delle querce.
Nel medioevo rappresenta anche la lussuria come peccato capitale, a volte assume al contrario valore protettivo, e come tale lo si può ritrovare nell’usanza delle popolazioni celtiche di avvolgere con foglie di querce le teste impalate dei caduti dopo una battaglia, per allontanare gli spiriti del male. Nella saga di Re Artù ritroviamo il simbolo nella figura di Sir Gawain, il cavaliere verde, che dopo la sua decapitazione continuò a vivere come simbolo del potere rigenerativo delle piante. La sua testa avvolta da foglie ritorna nell’antica usanza della processione di maggio, in cui un ballerino ricoperto di foglie precede la May Queen. Con la Riforma si assiste ad una scomparsa del green man che ritornerà in età vittoriana come decorazione murale sulle strade. Il simbolo come viene utilizzato oggi rappresenta un semplice augurio di prosperità finanziaria.
CERNUNNOS
Il simbolo di un demone cornuto risale all’immagine del satiro greco che nel mondo celtico si trasformò in Cernunnos, dio delle foreste e signore degli animali, che nasce al solstizio d’inverno, si sposa e dopo una stagione di fertilità muore nel solstizio d’estate. Si alterna con la dea della luna continuando un ciclo di morte e rinascita. La sua funzione è analoga a quella del Green Man. La chiesa adottò la sua immagine per visualizzare il male.
GARGOYLE A FORMA DI ANIMALE
Nella maggioranza delle cattedrali medioevali (ma anche in università ed edifici eretti in periodi molto più recenti) sono presenti una varietà enorme di gargoyle animali che sembrano ghermire la struttura esterna e allungarsi per allontanare l’acqua il più possibile dai muri.
Cane
Trasmette il concetto di lealtà, e nell’universo letterario medioevale acquista doti come saggezza e logica di ragionamento, simboleggiando il sacerdote che si prende cura del suo gregge dai pericoli del mondo. Tuttavia a volte assume connotazioni negative, come il lupo che spaventa e impersona il male quando cerca di ghermire una pecora del gregge.
Leone
Assiri, Persiani, Sumeri e Greci e romani utilizzarono questo simbolo che ritorna nel Cristo, il “leone della tribù di Giuda” (Riv. 5:5) secondo la imbologia medioevale. Come il leone che si diceva dormisse con un occhio aperto, la forza del vigilante cristiano non permette al male di entrare e riunisce in sé le qualità di potenza, comportamento regale, attenzione alle verità sacre; tuttavia finì nei secoli per visualizzare il peccato dell’orgoglio.
Ariete
Simboleggia li sacerdote che cura e protegge il gregge ma incarna anche il peccato di falsità, ostinazione e furbizia rivolta al male.
Capra
La letteratura medioevale riveste la capra di una natura onnisciente, saggia e mite ma viene associata allo stesso modo anche al peccato di lussuria.
Scimmia
Normalmente simboleggia la caduta nel peccato, a causa della sua forma simile all’uomo ma con caratteristiche bestiali, altre volte diviene il male stesso.
Uccelli
Non ne è chiaro il valore simbolico ma il fatto che solchino i cieli fu una scelta obbligata per posizionare gargoyle a forma di uccelli appollaiati sui tetti. Sono rappresentati sia in forma di paradisiache creature del cielo che in forma di mostri alati. Per la loro carica di tensione plastica, possono indicare una tensione mistica ai cieli, verso l’alto, o al male, verso il basso.
GARGOYLE DI FORMA UMANA
Spesso è possibile ritrovare gargoyle e grotesque che mostrano la lingua, con espressioni bizzarre, o sogghignanti, come pure corpi affetti da deformità fisiche. In questi casi abbiamo un riferimento piuttosto chiaro al male personificato che crea nell’uomo, attraverso il peccato, la sofferenza e la morte. La nascita di un bimbo deforme era spesso associata ad un intervento demonico. Satana stesso viene rappresentato occasionalmente come un gargoyle che mostra la lingua. Il viso contratto simboleggia anche il peccato di tradimento, eresia o bestemmia.
Giocolieri e joculatores
Spesso con maschere animali che rappresentano la bestialità insita nell’uomo, sono connessi all’idea di sfrenatezza delle passioni che imbrigliano l’uomo materiale e lo trascinano verso il peccato.
Il cavallo e il cavaliere
Dall’egiziano dio-falco Horus che cavalca un destriero per distruggere un drago-coccodrillo, il conflitto tra bene e male viene spesso identificato come una vittoria tra un dio impersonato da un cavaliere e un mostro, che viene cristianizzato nella battaglia di S. Giorgio (o S. Michele) e il drago.
GARGOYLE IBRIDI
Il retaggio delle bestie ibride egiziane e greche si mescolò nel medioevo all’universo mitico dei bestiari come il Physiologus 1 libri illustrati con descrizioni di animali reali e fantastici di terre lontane; presto i bestiari conobbero una diffusione enorme e influenzarono gli architetti delle cattedrali gotiche che a loro si ispirarono per alcuni doccioni e rivestirono i loro gargoyle delle simbologie acquisite attraverso i bestiari. Le caratteristiche degli animali immaginari furono chiaramente reinterpretate in chiave cristiana.
Isidoro di Siviglia (c. 570 – 636) nella sua “Ethymologiae” offre un compendio della conoscenza naturale del tempo e afferma che a coloro che si macchiavano di gravi colpe e divenivano quindi schiavi di forze malvagie, sarebbero state fatte mangiare erbe magiche che li avrebbero trasformati in esseri mostruosi, commistioni tra uomini e animali, in armonia con la credenza che la degenerazione spirituale portava con sé anche quella fisica, credenza che riappare nel III Reich e che giustifica la soppressione di handicappati e disabili con il pretesto della razza pura e della salvezza spirituale della Germania.
Dai bestiari dei primi secoli della nostra era e dal libro di Isidoro, sembrano provenire le prime forme moderne di gargoyle e grotesque ibride. Tra queste troviamo:
Draghi
Il drago, spesso rappresentato con corpo di serpente (o rettile) e ali di uccello (o pipistrello), con artigli e sguardo e alito di fuoco, nell’uso medievale dei gargoyle si può far risalire a Satana, l’originale serpente, che offre la prospettiva allettante di una conoscenza superiore che si rivela invece fallace causando sofferenza e morte. Dal mondo greco romano, si sposta alla tradizione cristiana, sempre come leviatano, o mostro simboleggiante il male.
Chimere
Derivanti dalle chimere greche, i corrispettivi architettonici medievali avevano testa leonina, corpo di capra, coda di serpente e sputavano fuoco dalla bocca. Spesso i gargoyles mescolavano anche altri animali nella figura di chimera, con musi, becchi o altre appendici mostruosamente esagerate; per ciò che concerne la simbologia, sembra corretto un riferimento alla multiformità degli aspetti in cui il diavolo si manifesta e in modo particolare all’attrazione sessuale.
Medusa
La bellissima fanciulla dalla folta chioma fu amata da Poseidone; questo scatenò le ire di Atena che la trasformò in un mostro con serpi in luogo degli splendidi capelli con il potere di trasformare in pietra chi l’avesse guardata negli occhi. Uccisa da Perseo che portò la sua testa ad Atena, ritorna spesso nella simbologia del medioevo diventando essa stessa un gargoyle di pietra. L’orribile faccia della gorgone doveva terrorizzare chiunque fosse stato tentato di commettere il male e allontanare i demoni dal luogo santo.
IL MISTERO DEI GARGOYLE
Come si è notato, gargoyle e grotesque possiedono sempre due valenze una negativa e una positiva assumendo valori virtuosi o demoniaci allo stesso tempo e questo costituisce forse il mistero più grande.
Dovendo restaurare e in molti casi ricostruire i gargoyle di Notre Dame, l’architetto Violett-Le-Duc capì che il vero significato del gargoyle non risiedeva nella sua funzione tecnica; infatti nel corso del tempo, e comunque già durante il medioevo, si trovarono accorgimenti migliori e più semplici da realizzare per allontanare l’acqua piovana dalla pietra.
E neppure nella sua funzione artistica poiché nella maggioranza delle cattedrali europee le figure si trovavano troppo in alto per poter essere ammirate, alcune addirittura nascoste dalle guglie. Sono state proposte varie soluzioni a questo problema, per esempio i gargoyle sarebbero stati utilizzati come guardiani della chiesa che avrebbero terrorizzato i demoni. Altri studiosi hanno teorizzato al contrario che i gargoyle simboleggiassero demoni da cui i passanti avrebbero trovato scampo rifugiandosi in chiesa oppure che sarebbero state forze malvagie vinte e convertite dalla chiesa. Altre spiegazioni fanno riferimento al simbolo di anime peccatrici a cui era proibita l’entrata nella chiesa, condannate per la loro condotta ad essere tramutate in pietra oppure sarebbero simbolo delle paure inconsce dell’uomo medioevale.
Possiamo considerare la soluzione al mistero dei gargoyle come un insieme di queste teorie, e forse qualcosa di più. L’uso moderno del gargoyle riprende simboli antichi riattualizzando un legame tra uomo e simbolo che sembra non subire la corrosione del tempo; banche, caserme e università in Europa, India Giappone e negli USA decorano ancora con grotesque e doccioni le proprie strutture come augurio di prosperità, salute e buoni affari ed ogni traccia di spiritualità nel simbolo sembra essersi dissolta. A ben guardare non è così: la sopravvivenza del segno simbolico indica la sopravvivenza del suo significato, un green man significava prosperità nel medioevo come oggi, ma se è piuttosto semplice interpretare i motivi che hanno spinto gli architetti moderni ad inserire sulle loro creazioni dei grotesque “tematici”, rimane comunque affascinante la visione dei gargoyle e dei grotesque di Chartres, Westminster e di tutte le abbazie, università e cattedrali che sorgono un po’ dovunque in Europa. Un mistero, in fondo che si svela poco a poco, man mano che entriamo nella mente dell’uomo del medioevo; un modo insolito ma davvero istruttivo di osservare la storia.
Mentre i gargoyle hanno essenzialmente la funzione di allontanare l’acqua piovana dalle mura di un edificio, si dice grotesque (o grottesca, in italiano) l’uso medioevale di decorare un elemento architettonico parietale con figure dipinte e scolpite di esseri umani deformati, animali o bestie immaginarie. Si tratta essenzialmente di figure bizzarre, fantastiche o semplicemente decorative che presentano spesso forti valori simbolici. Derivato in parte dall’arte romanica, il grotesque trova la sua massima diffusione nel tardo XIII e soprattutto nel XIV sec. quando si diffonde dovunque l’elaborazione di motivi fantastici sui bordi di manoscritti, negli interni delle chiese, nelle volte ecc. Dalla costruzione della cattedrale di Canterbury, nel XIII sec. i grotesque si diffondono in tutta Europa e divengono una comune tecnica decorativa.
GARGOYLE E FOSSILI DI DINOSAURO
Tra le numerose teorie proposte dagli studiosi per spiegare la nascita dei gargoyle una spicca per originalità: il libro “The First Fossil Hunters” afferma che le antiche leggende sui mostri avrebbero tratto origine dalle ossa di dinosauro rinvenute da nomadi dell’Asia in tempi precedenti all’Era Volgare. Il grifone sarebbe nato come interpretazione dello scheletro fossile di protoceratopo e l’autrice Adrienne Mayors afferma che i simulacri di grifone trovati negli scavi di Samo ricalcano perfettamente le ossa fossili di Protoceratopo, un dinosauro che visse 65 milioni di anni fa, che possedeva una forma simile a quella del leone con escrescenze ossee laterali, interpretabili come ali.
LA LEGGENDA DEL DRAGO LA GARGOUILLE
In aggiunta alla derivazione onomatopeica del vocabolo, si tramanda una leggenda, di gusto tipicamente francese, che offre una etimologia fantasiosa e romantica: secondo la leggenda un drago enorme causava distruzione e morte nei dintorni di Rouen. Il mostro, chiamato La Gargouille dagli abitanti del borgo, possedeva ali e un corpo simile a un rettile; viveva in una caverna nei pressi della Senna e veniva placato con offerte sacrificali annuali, in modo particolare con giovani fanciulle. Intorno all’anno 600 della nostra era giunse a Rouen un sacerdote di nome Romanus (il futuro arcivescovo di Rouen) che promise di liberare il paese dalla minaccia che incombeva in cambio della conversione di tutti i cittadini e della costruzione di una chiesa. Romanus esorcizzò il mostro e lo sottomise con il segno della croce e lo condusse lontano dalla città legato ad un guinzaglio fatto con la sua tonaca. La Gargouille fu bruciato su un rogo ma il collo e la testa, temperati dall’alito rovente, non poterono essere bruciati e vennero perciò staccati dal corpo e posti sulle mura di Rouen, divenendo così il modello per i gargoyles dei secoli successivi.

1 Il Physiologus fu redatto intorno al II sec. E.V, opera di un autore di cui si conosce solo l’origine greca e poco altro; egli tentò di rivestire le leggende geografiche dei suoi giorni di contenuti cristiani. Presto il libro conobbe una diffusione enorme, divenendo uno dei testi più letti del medioevo. Poco a poco le 40 storie aumentarono fino a 150 e cominciarono a influenzare la società, dall’araldica (che ricevette molti dei suoi simboli) all’architettura.

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