lunedì 16 marzo 2020

Gli amuleti durante l'imbalsamazione nell'Antico Egitto


Molto spesso tra il corpo e le bende veniva effettuato il posizionamento di amuleti che in certe epoche divennero numerosissime, tanto da far pensare ad una corazza magica di protezione.
I più frequenti e sostanziali erano: il cuore Ib, il poggiatesta Ures, lo scarabeo Khefer, l'occhio di Horus (già prima occhio di Ra), la testa di serpente, la Rana, lo Shen, il Nefer, L'Ankh etc.
Questi amuleti non solo avevano un potere magico per l'immagine rappresentata o la formula magica iscrittavi (hekau), ma raddoppiavano le proprietà secondo i materiali specifici con i quale erano fatti, solitamente pietre tra quali le più antiche erano frammenti di schisto (ardesia), oro e legno, gemme.
La maggior parte di loro aveva il potere di protezione contro le insidie del male e donava prosperità , salute, forza, in virtù della corrispondenza del potere donato a questi amuleti dagli dei in persona. Iside con Horus in braccioUn esempio per tutti l'amuleto dell'Occhio di Horus, l'Udjat, attirava su chi lo portava la pienezza del potere del disco Solare , il quale dispensava ogni sorta d'abbondanza tra cui soprattutto il dono di guarigione e protezione, purchè fosse fatto obbligatoriamente di lapislazzuli e gli fossero rese offerte rituali fatte di formule erbe e luci particolari, nel giorno del solstizio d'estate. Naturalmente tutta la magia cerimoniale era derivata dalla Dea Iside signora della Magia che con il suo uso aveva "detronizzato" il padre Ra e resuscitato il proprio sposo fratello Osiride. Non solo, ella introdusse la resurrezione quale causa d'immortalità anche per il faraone come Osiride terreno. A lei si fanno risalire i riti delle letterature mortuarie anche se già prima di lei, la magia ricadeva nell'ambito dell'ordine cosmico ed era attribuita alla competenza di Eqa, una sorta di collaboratrice o alter ego di Maat( Ordine cosmico e Giustizia).
Iside quindi simboleggia la forza dell'evoluzione, della creatività, della "pietas" e della misericordia verso l'umanità, una sorta di corrispondente e più antico concetto della Maria cristiana spesso raffigurata in modo analogo col suo figlio meraviglioso in braccio.

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