Baal (dall’accadico belu: padrone, signore, proprietario) è una delle principali entità delle antiche culture religiose. I primi a venerarlo furono le tribù palestinesi dei Cananei, dei Babilonesi, degli Assiri, dei Fenici, dei Cartaginesi, degli Egizi, dei Greci, dei Romani, dei Celti fino ad arrivare ai giorni nostri. Poco si sapeva dell’adorazione di Baal, a parte i molti riferimenti scritturali, finché gli scavi di Ugarit (la moderna Ras Shamra sulla costa della Siria di fronte all’estremità nordorientale di Cipro) portarono alla luce molti oggetti religiosi e centinaia di tavolette d’argilla. Molti di questi antichi documenti, ora noti come testi di Ras Shamra, si pensa contengano le formule liturgiche o le parole pronunciate da coloro che partecipavano ai riti religiosi.
Nei testi di Ras Shamra, Baal è considerato il progenitore degli Dei e viene anche chiamato: Aliyan (colui che prevale), Zabul (principe), Signore della terra, Cavaliere
Si riteneva che i mutamenti delle stagioni e i relativi effetti avvenissero in cicli a motivo degli interminabili conflitti tra gli Dei. I Cananei, agricoltori e allevatori di bestiame, probabilmente pensavano che partecipando a un rituale prescritto, una sorta di magia propiziatoria, potevano stimolare i loro Dei ad agire secondo il modello rappresentato nelle feste religiose e ritenevano che ciò fosse necessario per assicurare bestiame e raccolti abbondanti l’anno successivo e per scongiurare siccità, piaghe di locuste, ecc. Quindi il ritorno di Baal alla vita per riprendere il trono e unirsi alla sua consorte Astoret pare fosse celebrato con licenziosi riti della fertilità, contrassegnati da orge sessuali di sfrenata dissolutezza.
Senza dubbio ogni città cananea aveva il suo tempio di Baal in onore del Baal patrono locale. Venivano nominati sacerdoti per officiare in questi templi e nei molti santuari sulle colline circostanti noti come alti luoghi. All’interno dei santuari ci potevano essere immagini o rappresentazioni di Baal, mentre presso gli altari all’esterno si trovavano colonne di pietra o pali sacri (simboli fallici per Baal). Uomini e donne si prostituivano sugli alti luoghi e, oltre alla prostituzione cerimoniale, si compivano anche sacrifici di bambini. L’adorazione di Baal era praticata anche sui tetti delle case, da dove spesso si vedeva elevarsi il fumo dei sacrifici offerti a questa entità.
Vi sono indicazioni che Baal e altri Dei e Dee del pantheon cananeo fossero collegati dagli adoratori a certi corpi celesti. Per esempio, uno dei testi di Ras Shamra menziona un’offerta alla “regina Shapash (il Sole) e alle stelle”, e un altro allude a “l’esercito del sole e l’esercito del giorno”.
È dunque degno di nota che la Bibbia faccia parecchi riferimenti ai corpi celesti in relazione all’adorazione di Baal. Descrivendo la condotta ribelle del regno d’Israele, le Scritture affermano: “Lasciavano tutti i comandamenti di Geova . . . , e si inchinavano davanti a tutto l’esercito dei cieli e servivano Baal”. Riguardo al regno di Giuda si legge che perfino nel tempio di Geova c’erano “utensili fatti per Baal e per il palo sacro e per tutto l’esercito dei cieli”. Inoltre in tutto il paese la popolazione di Giuda faceva “fumo di sacrificio a Baal, al sole e alla luna e alle costellazioni dello zodiaco e a tutto l’esercito dei cieli”.
Ogni località aveva il proprio Baal, e al Baal locale spesso si dava un nome che indicava la sua relazione con una particolare località. Per esempio, il Baal di Peor (Baal-Peor), adorato da moabiti e madianiti, prese il nome dal monte Peor. I nomi di questi Baal locali furono poi trasferiti per traslato (metonimia) alle località stesse, per esempio, Baal-Ermon, Baal-Hazor, Baal-Zefon, Bamot-Baal. Ma anche se c’erano molti Baal locali, ufficialmente, presso i cananei, in effetti c’era un unico dio Baal.
Che effetto ebbe su Israele l’adorazione di Baal?
Prima che gli israeliti passassero il Mar Rosso, nel deserto si poteva vedere la località di Baal-Zefon. Riguardo agli abitanti di Canaan, Mosè sul monte Sinai ricevette lo specifico avvertimento di abbattere i loro altari, frantumare le loro colonne sacre e spezzare i loro pali sacri. Così tutto ciò che era connesso con l’adorazione di Baal doveva essere eliminato dalla Terra Promessa.
Mentre gli israeliti erano accampati nelle pianure di Moab, il re Balac salì con Balaam a Bamot-Baal (che significa “alti luoghi di Baal”) per vedere il vasto assembramento. Non essendo riuscito a scagliare direttamente una maledizione sugli israeliti, Balaam consigliò a Balac di attirarli nell’idolatria inducendoli a commettere immoralità sessuale con le idolatre adoratrici del Baal di Peor. Migliaia di israeliti cedettero a questa tentazione e persero la vita.
Nonostante questa amara esperienza e i chiari avvertimenti di Mosè e Giosuè, gli israeliti, una volta stabilitisi nel paese, apparentemente con la speranza di assicurarsi abbondanti messi e bestiame, cominciarono a imitare i cananei rimasti. Allo stesso tempo pretendevano di adorare Geova. Dopo la morte di Giosuè, subentrò l’apostasia in massa. La popolazione conservò altari, pali e altre cose attinenti al culto di Baal nei propri campi, e a quanto pare diede ascolto ai vicini cananei circa il modo di risultare graditi al “proprietario”, o Baal, di ogni pezzo di terra. Gli israeliti caddero anche nel laccio delle pratiche immorali implicate nell’adorazione di Baal. Di conseguenza Geova li abbandonò nelle mani dei nemici. Il baalismo continuò a essere praticato anche dopo i giorni di Samuele, per quanto sia scritto che, sollecitato da lui, il popolo eliminò le immagini di Baal e di Astoret e serviva solo Geova.
Benché non si parli più di baalismo sino alla fine del regno di Salomone, può darsi che in alcune parti del regno rimanesse latente. Molti tipi di baalismo furono introdotti nel paese quando Salomone sposò numerose donne pagane, ed esse indussero lui e i loro figli a servire altri Dei e Dee, come Astoret e Molec, collegati con l’adorazione di Baal. Con la divisione del regno nel 997, Geroboamo istituì il culto dei vitelli nel regno settentrionale d’Israele, a Dan e a Betel. Il baalismo indigeno e il culto dei vitelli venivano praticati contemporaneamente, proprio come in Giuda si conservava una parvenza di vera adorazione a Gerusalemme mentre si praticava il baalismo in tutto il paese.
Ai giorni del re Acab, tra il 940 e il 920, fu introdotto in Israele un diverso culto di Baal, quello di Melqart, il Baal di Tiro. Acab fece un’alleanza matrimoniale con la figlia del re di Tiro, chiamato Etbaal (che significa “con Baal”). Di conseguenza la figlia di Etbaal, Izebel, introdusse in Israele questo culto più virile, con molti sacerdoti e assistenti. Alla fine, sul Carmelo, ci fu la famosa prova di forza fra Geova e Baal.
Probabilmente perché Baal, ritenuto il proprietario del cielo, era considerato dai suoi adoratori datore di pioggia e fertilità, Elia ordinò nel nome di Geova che venisse la siccità. Dopo tre anni e sei mesi di siccità, essendosi Baal dimostrato incapace di porre fine alla siccità in risposta alle numerose invocazioni dei suoi sacerdoti e adoratori, Elia convocò tutto il popolo sul Carmelo per assistere alla grande prova atta a dimostrare chi fosse il vero Dio. Il risultato fu l’umiliazione degli adoratori di Baal e l’uccisione di 450 profeti di Baal. Geova, non Baal, portò quindi la pioggia per porre fine alla siccità. Acazia, figlio e successore di Acab, continuò a servire Baal. Dopo di lui divenne re suo fratello Leoram che, come dice la Bibbia, eliminò la colonna sacra di Baal eretta da suo padre, ma continuò a praticare il culto dei vitelli.
In seguito, nel 905 fu unto re Leu, che vendicò l’assassinio dei profeti di Geova sterminando Izebel e la casa di suo marito Acab. Tutti gli adoratori di Baal furono convocati a Samaria con la scusa di “un’assemblea solenne a Baal”. Al comando di Leu tutti gli adoratori di Baal vennero uccisi. I pali sacri vennero bruciati, la colonna sacra e la casa di Baal furono abbattute, e quest’ultima fu trasformata in una latrina pubblica. Viene detto che in questo modo Leu “annientò Baal da Israele”. Così, almeno per il momento, il culto di Baal fu soppresso. Comunque fu a motivo del baalismo che alla fine Geova lasciò che il regno delle dieci tribù d’Israele fosse portato in esilio.In Giuda il baalismo era evidentemente ancora radicato, nonostante gli sforzi del re Asa di eliminare tutto ciò che lo riguardava. Quando Acab diede in moglie Atalia, la figlia avuta da Izebel, a Leoram, settimo re di Giuda, questa donna con la sua malvagia influenza introdusse il baalismo di Tiro nella famiglia reale di Giuda. Neanche le riforme effettuate all’inizio del regno del nipote di Atalia, il re Loas, e quelle successive del re Ezechia, riuscirono a eliminare in modo definitivo il culto di Baal. Manasse figlio di Ezechia ricostruì gli stessi alti luoghi che suo padre aveva distrutto. Anche se a quanto pare quasi tutti i re di Giuda si erano contaminati con l’adorazione di Baal, Manasse andò agli eccessi nel praticare questo culto abietto. Nemmeno la successiva riforma di Manasse e l’estesa opera purificatrice di suo nipote, il re Giosia, produssero un ritorno permanente alla vera adorazione. L’esilio e la desolazione del paese furono il risultato della completa contaminazione dovuta alla falsa adorazione.
Geremia, che svolse la sua opera profetica dai giorni di Giosia fino all’esilio in Babilonia, denunciò Israele, perché si era degradata con l’adorazione di Baal, paragonandola a una moglie adultera che si prostituiva sotto ogni albero lussureggiante e su ogni alto luogo, commettendo adulterio con pietre e alberi, e dimenticando Geova, suo “proprietario maritale”. Dopo l’esilio in Babilonia e il ritorno degli ebrei in Palestina, la Bibbia non menziona più che il baalismo fosse praticato dagli israeliti.
Baal, come molte altre divinità antiche, fu assimilato come demone nella religione cristiana. Nonostante i testi in lingua ugaritica (soprattutto quelli preservati nel Ciclo di Baal) si afferma che il Ba‘al Pe‘or, ovvero il Signore del Monte Pe‘or, che gli Israeliti non potevano venerare, fosse anch’egli un riferimento a Hadad-Baal. Nel pantheon dei Cananei, Hadad-Baal era figlio di El, che era stato un tempo il dio principale del loro culto, ed il cui nome veniva utilizzato per indicare Yahweh. Addirittura nel periodo pre-islamico la divinità urbana di Hubal a Mecca era probabilmente nient’altro che la resa in lingua araba higiazena del semitico settentrionale Ha-Ba’al (Hadad-Baal), col medesimo significato de “il dio” per eccellenza.
Ba’al Ammone era il dio supremo dei Cartaginesi ed è generalmente identificato, dagli studiosi moderni, sia con il dio semitico del nord-ovest El, sia con Dagon, mentre nella mitologia greca è assimilato a Crono o Kronos e in quella romana a Saturno. Nonostante i suoi attributi magniloquenti, Baal-Ammon (parte della triade cartaginese con Tanit ed Eshmun) non era la divinità più importante di Cartagine; intorno al VI secolo a.C. iniziò a prendere spazio e maggiore popolarità il culto di Tanit, dea della Luna, delle messi e della buona fortuna.
Il culto di Baal giunse anche in Egitto e venne accostato agli Dei venerati a Menfi con il nome di Baal-Tsefon. Si trova citato, infatti, nell’Antico Testamento e precisamente nel Pentateuco.
Le religioni misteriche delle antiche civiltà giungono dallo stesso punto di origine, il culto di Baal, diffuso nelle terre europee e nelle highlands dei Celti, che eseguono i rituali di Beltane. Il culto di Baal è associato ai Druidi celti, molto legati alle fasi lunari, che accendevano dei falò sulla cima dei colli (festa della fertilità) e che vi conducevano attraverso il bestiame del villaggio per purificarlo ed in segno di buon augurio. Anche le persone attraversavano i fuochi, allo stesso scopo. Nel Druidismo, Beltane indica una delle otto festività legate al ciclo delle stagioni e nella Wicca Beltane o Beltaine indica uno degli otto sabbat. Beltaine è celebrato con una rappresentazione rituale del rapporto fra il Dio e la Dea (Baal e Astarot).
In occasione delle due principali festività rituali dell’anno (Samahin o Beltane) i Druidi sacrificavano una vittima umana agli Dei. La vittima era nutrita con una focaccia d’orzo, denudata e dipinta di rosso, gli veniva legata una striscia di pelo di volpe sul braccio sinistro. Quindi al sorgere del sole gli veniva data la triplice morte sacrificale, una per la terra, una per l’aria e una per il cielo. La morte era però “pietosa” perchè la vittima veniva tramortita con un colpo di mazza, poi era garrotata e quindi gli si squarciava la gola con un coltello ricurvo. Il sangue era raccolto in una coppa d’argento e infine veniva sparso sui campi per garantire un raccolto migliore.
La tradizione endemica europea di accendere fuochi e falò durante i periodi primaverili o legati ad equinozi e solstizi è la traccia indelebile degli antichissimi riti associati al Dio Belanu. Belanu viene identificato con numerosi epiteti e varianti appartenenti alle diverse culture (Belus, Belu, ecc. che derivano sempre da Baal).
Sacrifici di sangue …in Aprile
Secondo Riccardo Tristano Tuis, l’autore del libro ‘L’Aristocrazia Nera’, il culto segreto delle famiglie che da sempre detengono il potere terreno sulla Terra è quello indirizzato alla divinità Baal Moloch. Il culto di Baal Moloch, divinità associata al toro o al gufo, prevede il sacrificio degli infanti, al rogo, onde placare le ire del dio e acquisire i suoi favori. Si tratta quindi di un culto pagano cruento molto diffuso sino ad oggi, tant’è che Tristano Tuis delinea la nascita dell’inquisizione cattolica (ad opera dei soliti aristocratici neri, eletti ai sogli pontifici) come un revival dell’offerta di sangue umano al Moloch, una pratica ancora oggi tristemente attuale, seppure in forme dissimulate come gli attentati, le stragi, le guerre.
Alcuni storici associano Baal allo stesso Yahweh e la pratica di sacrificare sul fuoco i primogeniti era in uso anche sotto quest’ultimo dio, tale infatti è il significato del termine olocausto: consunzione della carne sul fuoco. Baal Moloch è quindi la vera divinità dell’aristocrazia nera, pseudo cristiana o giudea, e delle sue ramificazioni, i bracci armati dell’ordine dei gesuiti e, prima, quello dei templari. A Baal Moloch sarebbero indirizzate oggi le peggiori azioni di guerriglia e le più efferate ed immotivate stragi o pseudo stragi in giro per il mondo.
L’uscita del culto di Baal Moloch alla luce del sole pare sia prossima. E’ intenzione di alcuni infatti, erigere a Londra e New York, a grandezza reale, una copia dell’arco di Palmira (Siria) dedicato al tempio di Baal.
Nei molti secoli e tra le molte civiltà, la seconda metà di aprile è sempre stato un tempo di sacrificio di sangue. Essendo un dio di fertilità, i rituali che festeggiavano Baal avevano luogo dopo l’equinozio primaverile (un tempo di rinascita) e spesso includevano il sacrificio umano.Sebbene l’osservanza di questi rituali venisse a volte condannata dai movimenti religiosi, essa non scomparve mai veramente.
La religione del dio Baal fu largamente accettata tra gli antichi Ebrei e sebbene di tanto in tanto venisse destituita, non venne mai abolita del tutto. I re ed altri reali delle dieci tribù bibliche adoravano questo dio. Anche le persone comuni adoravano ardentemente questo dio solare, perchè la loro prosperità dipendeva dalla produttività dei loro raccolti e bestiame. Le cerimonie includevano il bruciare incenso e l’offrire sacrifici che implicavano ardere qualcosa e spesso costavano vite umane.
Il culto di Baal aveva a che fare con sacrificio umano e il fuoco. Oggi, nel mondo governato come allora da un’èlite occulta, questo periodo dell’anno equivale spesso al fuoco (o alle armi da fuoco) e alla morte. Questi riti erano menzionati nella Bibbia:
“Hanno edificato degli alti luoghi a Baal, per bruciare nel fuoco i loro figli come offerte a Baal: cosa che io non avevo comandata, della quale non avevo parlato mai, e che mai mi era pasata per la mente” (da Geremia 19:5)
Mentre l’osservanza dei rituali di Baal era diversa da civiltà a civiltà, essi erano comunque fondati negli stessi concetti occulti di numerologia e sacrificio. In altre parole, pescavano tutti nella stessa conoscenza magica. Oggi, l’elite occulta ancora osserva questi sacrifici ma con una grande differenza: vengono eseguiti su civili ignavi e diffusi nel mondo attraverso i mass media. Nutriti ed amplificati dalla paura e dal trauma delle masse, questi mega-rituali vengono visti da tutti, ma celebrati solo dall’èlite occulta.
Nessun commento:
Posta un commento