Ella fa parte del clan degli Dei Enliliti in contrapposizione agli Dei del clan di Enki fratellastro e rivale di Enlil.
Inanna è la più importante Dea sumera dell’antica civiltà mesopotamica.
Dea dell’amore, della fecondità e della bellezza, Inanna è regina dei cieli e della terra. E’ anche Dea del grano, della guerra, e dell’amore sessuale.
Lei è contemporaneamente regina della terra e del cielo, della materia e dello spirito, dell’oscurità e della luce, dell’abbondanza della terra e guida celeste.
Inanna ha una sorella: Ereshkigal. E’ la sua ombra, il suo complemento: insieme le due dee formano il disegno bipolare della totalità del femminile archetipico, l’unità madre-figlia della grande Dea. Tale disegno è analogo alle peregrinazioni della stella Inanna, sopra e sotto l’orizzonte. La faccia illuminata e la faccia buia della luna.
Entrambe le immagini delle dee rappresentano fasi di un tutto, che va visto e onorato.
Ereshkigal è la dea oscura. Il suo nome significa “signora del gran luogo inferiore” , ma prima di essere relegata nel kur, anche lei era una dea dei cereali e viveva nel mondo superno.
Perciò simboleggia il gran circolo della natura, il seme al di sopra del terreno che cresce, e il seme sotto terra che muore per poi germogliare nuovamente.
Rappresenta il continuum in cui i vari stati sono semplicemente vissuti come trasformazioni di un’unica energia. Secondo il mito, quando si trovava nel mondo superno, Ereshkigal si chiamava Ninlil e veniva detta la moglie di Enlil, il dio del cielo della seconda generazione. Ninlil fu più volte violentata dal marito sotto vari travestimenti. Sicchè gli dei lo punirono mandandolo nel mondo sotterraneo. Ma per amore del consorte, Ninlil lo seguì negli inferi dove assunse il nome di Ereshkigal.
Essa simboleggia l’abisso che è la sorgente e la fine, il terreno di tutto quanto l’essere.
Il suo regno rappresenta l’unica certezza della vita: il fatto che tutti moriamo.
I numerosi miti su Inanna furono creati tra il 3500 a. C. e il 1900, ma probabilmente hanno origini anche anteriori. Nella loro versione originale si trattava sicuramente di miti pre-patriarcali. Tuttavia le storie che la riguardano dimostrano le incursioni del patriarcato nella progressiva sua perdita di status, tale per cui da “Dea di ogni cosa” gradualmente si trasformò in una seduttrice. Il fatto che nella preistoria fosse rappresentata come una Dea di fertilità della terra, come testimoniano le statuine che la ritraggono con grandi fianchi e seni prosperosi, mentre in seguito si trasformò in una “bella donna” è un chiaro sintomo dell’avvento del potere patriarcale. Quando i Babilonesi e gli Assiri subentrarono in Mesopotamia ai Sumeri, identificarono con Inanna la loro dea Ishtar.
I racconti ed il suo mito forniscono in primo luogo la trasposizione letteraria del ciclo stagionale e del ritmo della natura, con i suoi mutamenti, lo svuotamento e riempimento dei granai, la trasformazione dei cereali e dell’uva. In secondo luogo il mito della discesa negli inferi è indubbiamente la storia di un’iniziazione ai misteri.
Patrona di tutte le emozioni quali amore, gelosia, gioia, dolore, timidezza ed esibizionismo, fino alla passione, l’ambizione e la generosità, Inanna fu eternamente giovane, dinamica, fiera, sensuale e libera. Una variante del suo nome è Ninnanna, che significa regina del cielo. E’ anche chiamata Ninsianna quale personificazione del pianeta Venere. Viene descritta come una dea riccamente abbigliata o completamente nuda.
Il suo simbolo è la stella a otto punte. Suoi importanti santuari si trovavano a Uruk, Zabala e in Babilonia.
Non fu mai accasata, nè dominata da alcuno, magnetica quanto indipendente. Sempre in movimento, alla ricerca della sua casa, del suo potere. Regina del cielo, dea delle piogge gentili e dei terribili acquazzoni, dea del mattino e stella della sera, regina della terra e della sua fertilità, ma anche dea della guerra e dell’amore sessuale. Più estroversa persino di Afrodite, era una dea molto attiva. Molti furono i nomi attraverso cui il suo culto si diffuse trasformandosi (Ishtar, Iside, Neith, Meti, Astarte, Cibele, Afrodite, Brigit), tuttavia tutte le dee che vennero dopo di lei vengono descritte come molto meno potenti di quanto lo fosse Inanna.
Fonti: "il dizionazio delle Dee e delle Eroine" di Patricia Monoghan
"la grande Dea-il viaggio di Inanna regina dei mondi" di S.W.Perera
Eridano School of astrology - Manuela Caregnato
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